Siria, Assad: "Armi chimiche? Una completa invenzione"
"Un'invenzione al 100 per cento": il raid chimico contro Khan Sheikhun, città nella provincia nord-occidentale di Idlib sotto il controllo dei ribelli, "non è m
"Un'invenzione al 100 per cento": il raid chimico contro Khan Sheikhun, città nella provincia nord-occidentale di Idlib sotto il controllo dei ribelli, "non è mai avvenuto". A dirlo è il presidente siriano, Bashar al-Assad nella prima intervista dopo l'attacco Usa alla base aerea di Shayrat, rilasciata alla France Press. "È certamente un'invenzione, per noi al 100 per 100. La nostra impressione", continua il presidente siriano, "è che l'Occidente, in particolare gli Stati Uniti, sia complice con i terroristi. Hanno inventato tutta la storia per avere un pretesto per l'attacco".
Inoltre Damasco, spiega, "ha consegnato tutte le armi chimiche diversi anni fa" all'Onu, dopo l'attacco chimico a Goutha del 2013, e "anche se avessimo ancora armi di quel tipo, non le useremmo".
Di conseguenza, non saranno ammesse indagini "imparziali" sul raid. "Noi - continua Assad - intendiamo lavorare (con i russi) in vista di un'inchiesta internazionale. Ma deve essere imparziale. Possiamo permettere un'inchiesta se, e soltanto se, garantisca che Paesi imparziali ne prendano parte, per essere sicuri che non sia utilizzata a fini politici".
Washington, fa intendere il presidente siriano, è in malafede. L'attacco chimico - in cui sono morte più di 80 persone fra cui 28 bambini - è la scusa, il motivo utile agli americani "per colpire" la Siria. Assad assicura anche che la potenza di fuoco del suo esercito non è stata intaccata dai missili americani: "La nostra potenza di fuoco, la nostra capacità di attaccare i terroristi non è stata intaccata dagli Stati Uniti".
Secondo Assad i colloqui di pace non stanno progredendo a causa della mancanza di "serietà" degli Usa: "Quando dicono di voler arrivare a una soluzione politica gli Stati Uniti non sono seri. Parlano di soluzione politica ma in realtà intendono usarla come un ombrello per proteggere i terroristi".
L'esercito siriano ha denunciato che un bombardamento della coalizione internazionale a guida Usa su un deposito di sostanze tossiche dell'Isis nel villaggio di Hatla, nella provincia nord-orientale di Deyr Az Zor, ha causato centinaia di morti tra cui anche civili. Ma attivisti, ong e Stati Uniti, smentiscono.
In un comunicato diffuso dall'agenzia ufficiale siriana Sana, il Comando generale delle forze armate riferisce che il presunto attacco, che al momento non è possibile verificare in forma indipendente, avrebbe prodotto moltissimi casi di asfissia tra i miliziani e tra i civili: "Molte persone sono morte soffocate per l'inalazione di gas tossici" afferma. "L'attacco è avvenuto ieri tra le 17,30 e le 17,50" dice l'agenzia.
Il direttore del gruppo Deir al-Zur 24, Omar Abu Leila, ha detto al telefono: "Questa notizia è falsa". Il gruppo ha una rete di attivisti nella zona di Deir al-Zur, dove il bombardamento sarebbe avvenuto. Ha aggiunto che "è inverosimile che Daesh abbia un deposito chimico nell'area, perché lì ci sono migliaia di civili". Anche il direttore dell'Osservatorio siriano dei diritti umani, Rami Abderrahman, ha dichiarato che la sua organizzazione non ha ricevuto alcuna informazione sul presunto bombardamento descritto dall'esercito governativo. Ha aggiunto che l'ong sta tentando di raccogliere dati in proposito, per verificare la notizia.