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Esteri
Siria, Obama-Merkel: "Barbari i raid di Mosca e Damasco su Aleppo"

++ Obama-Merkel, barbari raid Mosca e Damasco su Aleppo ++

Telefonata tra il presidente Usa e la cancelliera. Il presidente americano, Barack Obama, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, si sono sentiti telefonicamente e hanno entrambi "condannato con forza i barbari raid aerei di Russia e Siria ad Aleppo": lo rende noto la Casa Bianca.

 

Siria, ad Aleppo la strage di bambini

Intanto, nel giorno in cui l'Unicef diffonde le ennesime terribili notizie sul numero dei bambini ucccisi ad Aleppo Orientale (almeno 96 da venerdì scorso, mentre altri 223 sono rimasti feriti), sul fronte diplomatico si registra un presa di posizione dagli esiti imprevedibili: il segretario di Stato John Kerry è tornato a minacciare - dopo averlo fatto già ieri - di porre fine ai colloqui con la Russia se quest'ultima non metterà fine ai raid aerei su Aleppo al fianco dei jet di Bashar Assad.

 

Siria, sempre più alta la tensione Usa-Russia

 

La minaccia di Kerry. "Siamo sul punto di sospendere la discussione perché è irrazionale nel contesto del bombardamento in atto stare seduti lì tentando di prendere le cose seriamente", ha detto Kerry. Parlando all'Atlantic Council, il segretario di Stato ha ricordato che gli Usa non hanno alcuna indicazione della "serietà del proposito della Russia" e ha ribadito il rischio di una imminente cessazione dei colloqui con Mosca, dopo averlo comunicato in una telefonata ieri al suo collega russo Serghiei Lavrov.

La Russia: "Mosca continua l'operazione delle forze aereo-spaziali per sostenere l'attività antiterroristica delle forze armate siriane", aveva detto in mattinata il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. "Questa - ha affermato Peskov - è la cosa più importante, cioè che la lotta contro i terroristi continua". Il portavoce del Cremlino ha quindi dichiarato che "è importante capire che gli accordi" Russia-Usa "non contengono l'idea di rinunciare alla lotta contro i terroristi", mentre "il parametro base degli accordi, la pietra angolare, la divisione tra la cosiddetta opposizione moderata e i terroristi, in primis Al-Nusra, e altre organizzazioni terroristiche, non è stato messo in atto dagli Usa".

Mosca si è detta disponibile a una tregua umanitaria di 48 ore ma resta contraria a un cessate-il-fuoco più prolungato, di almeno una settimana, poiché questo consentirebbe ai ribelli, affermano i russi, di raggrupparsi e coordinare una iniziativa militare. "Gli Stati Uniti si sono dimostrati finora incapaci di influenzare la situazione ad Aleppo. In queste condizioni, le forze siriane continuano a combattere contro i terroristi", ha dichiarato Peskov.

I bambini uccisi. In totale i piccoli morti dall'inizio della guerra in Siria potrebbero essere più di cinquantamila. Sono le ultime cifre fornite dall'Unicef del dramma della Siria e in particolare della città assediata, nella sua parte orientale, dalle truppe di Damasco dal 17 luglio. "I bambini di Aleppo sono intrappolati in un incubo", ha dichiarato Justin Forsyth vice direttore generale dell'organizzazione Onu. "Non ci sono parole per descrivere le sofferenze che questi bambini stanno vivendo", ha aggiunto.

Il sistema sanitario ad Aleppo Orientale è al collasso, per circa 250mila persone sono rimasti circa 30 medici, ci sono pochissime attrezzature o medicine d'emergenza per curare i feriti, mentre cresce il numero di casi di traumi. Un medico sul campo ha detto all'Unicef che i bambini con poche possibilità di sopravvivenza troppo spesso vengono lasciati morire perché le scorte sono poche e limitate.

"Inutile girarci troppo intorno - ha aggiunto Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia - Le Nazioni Unite hanno smesso di contare i bambini morti in Siria nel 2013, quando erano circa 11 mila. Ora si teme che le vittime minori si siano almeno quintuplicate rispetto ad allora ed anche se non ci sono dati sicuri sono certamente cifre da genocidio".

Nuovi bombardamenti. Aleppo è di nuovo sottoposta a pesanti bombardamenti, ha riferito l'Osservatorio siriano dei diritti umani. Elicotteri hanno lanciato barili-bomba sul quartiere di Al Misr mentre altri raid erano in corso su quello di Qadi Askar. Entrambe le aree si trovano nella parte orientale della città siriana. Sono stati bombardati anche nella parte nord il campo di profughi palestinesi a Handarat, e l'area Progetto 1070. E' stata martellata anche Andan, a nord di Aleppo, ed è stato distrutto l'unico panificio che sfornava pane per la popolazione. L'artiglieria del regime, ha aggiunto la ong, ha messo nel proprio mirino anche Al Buida e Tel Hatabat, a sud della seconda città siriana.

Il Papa. Della drammatica situazione dei bambini di Aleppo è tornato a parlare anche il Papa: "Devono bere l'acqua inquinata!", ha detto Francesco incontrando i rappresentanti degli organismi umanitari impegnati in Siria e Iraq. "Il lavoro di quanti, come voi che rappresentate tanti operatori sul campo, sono impegnati ad aiutare queste persone e a salvaguardarne la dignità è certamente - ha affermato - un riflesso della misericordia di Dio e, in quanto tale, un segno che il male ha un limite e che non ha l'ultima parola".

In Siria e Iraq, questi organismi (Caritas, Ong e Onlus) rappresentano "un segno di grande speranza, per il quale voglio ringraziare, insieme con voi, tante persone anonime, ma non per Dio!, le quali, specialmente in questo anno giubilare, pregano e intercedono in silenzio per le vittime dei conflitti, soprattutto per i bambini e per i più deboli, e così sostengono anche il vostro lavoro".

"Dobbiamo constatare con grande tristezza - ha aggiunto il Papa - che, nonostante i molti sforzi prodigati in vari ambiti, la logica delle armi e della sopraffazione, gli interessi oscuri e la violenza continuano a devastare la Siria e l'Iraq e che finora non si è saputo porre fine alle estenuanti sofferenze e alle continue violazioni dei diritti umani".

La Ue. "Stiamo lavorando per delle nuove idee sul piano del negoziato politico" per cercare di fermare "il massacro" in corso ad Aleppo, in Siria, "ma non è il momento per parlarne", ha detto l'Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri Federica Mogherini, in conferenza stampa a Bruxelles. "La situazione ad Aleppo - ha continuato Mogherini - è estremamente drammatica. Ho parlato di possibili misure da parte dell'Ue e della comunità internazionale questa notte con Staffan De Mistura, con i nostri Stati membri e con il segretario generale Onu, la settimana scorsa a New York. Non voglio anticipare niente qui, non è il luogo né il momento".

La Turchia. Ankara è "più che pronta" a coordinarsi con la Russia sul cessate il fuoco in Siria e sulla consegna di aiuti umanitari, se il Cremlino vorrà farlo. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. "Abbiamo discusso le questioni del cessate il fuoco e degli aiuti umanitari con la nostra controparte Zarif, ieri. Dopo la normalizzazione delle nostre relazioni, stiamo discutendo le stesse questioni con la nostra alleata Russia", ha affermato ad Ankara, facendo riferimento al suo omologo iraniano, Mohammad Javad Zarif. Se la Russia intende collaborare, "siamo più che pronti", ha aggiunto Cavusoglu.

L'Onu. I bombardamenti in corso in Siria rendono "difficile" la possibilità di una imminente ripresa dei colloqui per una soluzione della crisi nel Paese. E' "difficile riprendere i negoziati" durante i bombardamenti, ha spiegato l'inviato dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, dopo l'incontro con papa Francesco in Vaticano. "Siamo in un momento molto critico, questo è il motivo per cui è così urgente sentire la voce di persone con l'autorità morale del Papa sul fatto che non esiste una soluzione militare" per la Siria, ha spiegato il diplomatico. "Riconosco che a volte si può parlare mentre c'è una guerra in corso", ha insistito de Mistura. Ma "in questo momento la rottura di un accordo", quello raggiunto da Stati Uniti e Russia il 9 settembre scorso, "è stato l'inizio di una nuova fase". "Sono molto preoccupato che tutto questo possa portare a una militarizzazione del conflitto, ma non sono pessimista perché so che non c'è alternativa" ai colloqui, ha concluso.

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