Usa, blocco immigrati, ricorso ko. Trump: succede qualcosa? Colpa dei giudici
Migranti, la Corte d'Appello di Washington ha annunciato di avere respinto il ricorso. Trump: se succede qualcosa, colpa dei giudici
Trump: se succede qualcosa coi migranti la colpa è dei giudici
Dopo un blackout di oltre 20 ore, il presidente Usa Donald Trump torna a farsi vivo con toni nuovament sopra le righe attaccando la magistratura americana dopo aver incassato la bocciatura della IX corte di Appello federale di San Francisco che stamane ha respinto il ricorso d'urgenza contro la sentenza dl giudice federale dello Stato di Washington, James Robart, che ieri ha sospeso l'efficacia del suo ordine esecutivo che impediva l'ingresso negli Usa ai cittadini di 7 Pasi musulmani.
"Non posso semplicemente credere che un giudice abbia potuto mettere cosi' a rischio il nostro Paese. Se dovesse succedere qualcosa (un attentato, ndr) date la colpa a lui e al sistema giudiziario. La gente (straniera) inizia a riversarsi (negli USa). E' un male", ha twittato Trump aggiungendo di aver comunque "dato ordine alla Sicurezza Interna (Homeland Security) di verificare molto attentamente le persone che arrivano nel nostro Paese. I tribunali stanno (pero') rendendo il lavoro molto piu' difficile".
Usa, nuovo schiaffo a Trump. Bocciato il ricorso sugli immigrati
La corte d'Appello di Washington ha annunciato stamattina presto di avere respinto il ricorso presentato ieri dal Dipartimento di Giustizia Usa contro la sentenza del giudice James Robart, che aveva sospeso l'ordine esecutivo con cui il presidente Donald Trump bloccava l'ingresso negli Usa per 90 giorni di cittadini provenienti da sette Paesi musulmani. Lo riferisce il sito di Abc News. Il divieto era entrato in vigore dopo la firma di Trump il 27 gennaio scorso.
Il ricorso del governo Usa era mirato a reintrodurre il provvedimento, che vietava l'ingresso nel Paese ai rifugiati e ai cittadini provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana (Iran, Siria, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen e Libia).
Il giudice William Canby, a Phoenix, e il giudice Michelle Friedland, a San Francisco, hanno concesso tempo fino a domani alle 15 al Dipartimento di Giustizia per fornire ulteriori argomenti a giustificazione della propria posizione. Analoga decisione è stata presa per gli Stati di Washington e Minnesota, che dovranno fornire documenti dettagliati sulla loro opposizione al decreto trump entro domani mattina.
Per adesso, dunque, la sentenza del giudice Robart resta in vigore.
Iran ci ripensa, sì a visti per atleti Usa wrestling. Dopo che lo scorso 3 febbraio l'Iran, in risposta al bando di Trump, aveva annunciato che avrebbe impedito alla squadra americana di wrestling di partecipare alla Freestyle World Cup, uno degli eventi più prestigiosi della disciplina, in programma il 16 e 17 febbraio a Kermanshah, bloccando i visti agli atleti, oggi il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Bahram Ghasemi, ha detto che la decisione è stata revocata e che i permessi verranno rilassciati.
Iraq: "Giusta direzione". Anche l'Iraq (un altro dei Paesi colpiti dal bando) esprime soddisfazione per la decisione della Corte d'appello Usa: "È una mossa nella giusta direzione per risolvere i problemi che ha causato", ha detto un portavoce del governo iracheno, Saad al-Hadithi.
Ancora proteste. Non si placano, intanto, le manifestazioni e le iniziative (come quella del Moma che ha deciso di esporre le opere degli artisti dei Paesi colpiti dal bando) contro il capo della Casa Bianca sia in America che in altri Paesi del mondo. A Palm Beach, in Florida, dove il presidente Usa si trova per il fine settimana, circa 3mila persone hanno manifestato per la cosiddetta 'Marcia per l'umanità', organizzata nell'ambito della giornata di proteste contro Trump che si sono svolte in tutto il Paese.
I dimostranti gridavano slogan a favore di immigrati e rifugiati e paragonavano Trump al presidente russo Vladimir Putin. 'Gli Stati Uniti non sono un Paese fascista', si leggeva su alcuni cartelli. La marcia si è snodata lungo un percorso di circa 4 chilometri, ma non è stato permesso che il corteo arrivasse davanti alla residenza Mar-a-Lago, detta la 'Casa bianca invernale', dove i coniugi Trump si trovano da venerdì sera. Proprio qui il presidente Usa, insieme alla first lady Melania, ha partecipato in serata al ballo annuale della Croce rossa Usa.