Usa, Bannon accusa il presidente: "Incontri sovversivi alla Trump Tower"
"Steve Bannon ha perso la testa". Donald Trump reagisce a modo suo alle anticipazioni, pubblicate dal Guardian, sul libro nel quale l'ex chief strategist della Casa Bianca ha definito "sovversivo" e "antipatriottico" l'incontro tra il primogenito di Donald Trump e un gruppo di russi alla Trump Tower durante la campagna elettorale. In un comunicato ufficiale emesso dalla Casa Bianca, Trump spara a zero contro il suo ex braccio destro, l'uomo al quale molti analisti attribuirono il reale merito dell'elezione del magnate alla presidenza.
Bannon, guru dei network dell'ultradestra e considerato l'anima nera dello staff iniziale scelto da Trump, era stato 'licenziato' ad agosto, immolato sull'altare delle polemiche scoppiate dopo gli scontri di Charlottesville provocati da movimenti suprematisti bianchi (e nei quali una persona era morta e molte altre erano rimaste ferite) e dopo la disastrosa gestione delle conseguenze del caso da parte della stessa presidenza.
La rabbia di Trump ora si appunta soprattutto sulle parti del libro in cui Bannon definisce "sovversivi" gli incontri tra Donald jr ed emissari russi a giugno del 2016, aggiungendo che erano state conversazioni "antipatriottiche", perché cercavano di ottenere informazioni da usare contro la rivale democratica Hillary Clinton. Ma il presidente va oltre e tenta di sminuire il ruolo e il peso avuti da Bannon nella sua elezione, affermando che ha avuto "molto poco a che fare" con la sua vittoria elettorale e che "non rappresenta" la sua base elettorale.
Ancora, Trump accusa Bannon di essere stato la 'talpa' dentro l'amministrazione, colui che faceva trapelare false informazioni ai media. Secondo il presidente, ora Bannon "pretende solo di aver avuto influenza" nella Casa Bianca ma lo ha incontrato raramente da solo.