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Esteri
Usa, il mistero buffo delle elezioni dei Com.it.Es in Florida
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Il 3 dicembre sarà una data molto importante per milioni di italiani che vivono all’estero. In tutto il mondo, infatti, si terranno le elezioni per il rinnovo dei Com.It.Es., i Comitati degli Italiani all’Estero. Sono questi organismi che regolano i rapporti fra i consolati e le nostre comunità di emigrati, rapporti che non sempre sono facili.

I Com.It.Es dovrebbero aiutare i nostri connazionali nei problemi quotidiani, dovrebbero gestire i fondi nazionali per le attività sociali e i progetti di promozione imprenditoriale e culturale delle comunità italiane all’estero. Secondo l’Ambasciata i Com.It.Es. svolgono diverse attività di sostegno ai connazionali: possono offrire indicazioni per la ricerca di una abitazione, sul sistema pensionistico o su come iscrivere i bambini alle scuole; possono inoltre organizzare seminari, incontri e conferenze, corsi di lingua, di formazione e di aggiornamento professionale, iniziative culturali di promozione della cultura italiana e di scambio, ricreative o sportive. Insomma, sembrerebbero essere la panacea a tutti i mali di chi, lontano dal proprio paese, cerca una “mano”. Tutto semplice allora? Nemmeno un po’ perché il processo elettorale non scorre esattamente liscio come l’olio.

Per poter votare innanzitutto bisogna essere particolarmente bravi e pazienti perché la burocrazia italiana, come tutti ben sanno, è praticamente unica nel mondo. Innanzi tutto, è necessario richiedere l’iscrizione ad un apposito elenco di elettori entro e non oltre il 3 Novembre 2021. L’iscrizione avviene inviando un modulo compilato e firmato e un documento di identità al consolato di riferimento attraverso il portale Fast It, accessibile al link https://serviziconsolari.esteri.it/ScoFE/index.sco oppure via e-mail, procedura teoricamente straordinaria, ma di fatto l’unica possibile visti i continui corti circuiti del portale.

Ma in alcuni casi il corto circuito è diventato un vero e proprio cataclisma, come ad esempio nel popoloso distretto consolare della Florida negli Stati Uniti. Qui ci sono stati non solo diversi corti circuiti con i processi di registrazione al voto ma pure questioni legate alla ineleggibilità di alcuni candidati. Un mix di confusione che ha di fatto creato trasformando quella che poteva essere una semplice elezione in una polveriera.

A questo proposito AffarItaliani ne ha parlato con l’avvocato Massimo Reboa che opera a Miami e si sta occupando proprio delle problematiche irrisolte dei Com.It.Es.

Avvocato Reboa, che sta succedendo con i Com.It.Es. in una regione americana così piena di nostri connazionali?

“Una serie di intoppi tecnici che non dovrebbero accadere nel 2021. In molti casi il sito Fast. It si è bloccato e, dopo diversi tentativi, la gente, esausta, ha purtroppo rinunciato ad iscriversi al voto. E non è andata certo meglio a chi ha tentato la strada della e-mail. Abbiamo ricevuto segnalazioni di molte persone che avrebbero ricevuto un messaggio contraddittorio che nel titolo riportava “Pratica non valida” e nel testo invece comunicava nella prima riga, inspiegabilmente, la possibilità di esercitare il diritto di voto mentre nella seconda il rifiuto della stessa richiesta con invito a rivolgersi al Consolato.

Una specie di mistero buffo che buffo proprio non è visto che stiamo parlando degli interessi di milioni di italiani che vivono e lavorano all’estero”.

Quindi che significa tutto questo? Esiste la possibilità di votare regolarmente o no?

“Purtroppo, in queste condizioni il numero di votanti, già esiguo, si sta ulteriormente assottigliando. Le previsioni sono già chiare e ci confermano che saranno poche centinaia le persone che riusciranno a votare e a decidere per una comunità di quasi 50.000 italiani. Numeri da assemblea di condominio, non fosse che il distretto consolare di Miami comprende un territorio molto più vasto di un isolato: non solo la Florida, dove il Consolato ha sede, ma anche l’Alabama, la Georgia, il South Carolina, il Mississippi, e poi Puerto Rico, le Bahamas, la Giamaica, e una serie di altre piccole isole dimenticate nell’Atlantico. Numeri così insignificanti, inoltre, faranno scendere la rilevanza non solo delle elezioni, ma anche dell’opera e della legittimità dei Com.It.Es. come istituzione. Un taglio indiretto della democrazia attraverso la burocrazia.”

E oltre a questa confusione sembra vi sia dell’altro vero?

“Certamente. Due delle liste concorrenti nella circoscrizione consolare di Miami, “Italiani Uniti nel Southeast” e “L’Italia che ci Lega”, hanno presentato candidati per i quali è stata dedotta l’ineleggibilità.

Il motivo è che due di essi sono esponenti di organizzazioni che ricevono fondi pubblici dal governo italiano, mentre per il terzo si è dedotta la violazione del limite legale dei due mandati consecutivi.

L’ineleggibilità di tali candidati potrebbe non solo portare alla loro esclusione, ma anche delle liste ove si sono presentati, che sarebbero prive del requisito del numero minimo di 12 candidati.

Il pericolo però è che la decisione venga rinviata a dopo elezione, sicché si potrebbe avere l’assurdo risultato che l’ineleggibile decide sulla propria eleggibilità: ecco perché, a tutela della legalità, si sta valutando anche un ricorso giurisdizionale d’urgenza al TAR del Lazio, competente giurisdizionalmente”

Tecnicamente cosa occorre fare per non compromettere tutto il processo elettorale?

“Per non compromettere irrimediabilmente il processo elettorale ed evitare i costi di una impugnativa avanti al TAR del Lazio, è necessario che la questione dell’esclusione di tali liste sia risolta prima della stampa delle schede elettorali. Per questo abbiamo segnalato tali ineleggibilità al Comitato Elettorale Circoscrizionale e chiesto di procedere in autotutela.

Infatti una volta che le schede venissero stampate, i cittadini dovrebbero decidere se votare per una delle due liste con candidati ineleggibili, rischiando la dispersione del loro voto, o scegliere una delle altre liste. Il danno sarebbe allora irrimediabile. Inoltre, un ritardo nella decisione rinvierebbe inevitabilmente per mesi il processo di insediamento del nuovo Com.It.Es., con enormi disagi alle comunità italiane che aspettano un cambio di rappresentanza della comunità italiana col Consolato di Miami”.

Anche aldilà dell’Atlantico la nostra burocrazia non manca di mettere radici.

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