Usa, primo viaggio di Trump a Riad: ricucire con i sauditi la priorità
Il presidente Usa Donald Trump iniziera' a fine mese una serie di viaggi all'estero che lo porteranno in Israele, a Roma ed in Sicicilia, a Bruxelles ma la tappa piu' importante, ha lo stesso inquilino della Casa Bianca, sara' quella a Riad. La sua priorita' e' ricucire i rapporti lacerati con lo storico alleato (da quando nel 1945 Franklin Delano Roosevelt incontro' l'allora sovrano saudita re Abdulaziz ibn Saud, fondatore della monarchia saudita) dal suo predecessore, Barack Obama, grande sponsor dell'intesa sul programma nucleare iraniano siglata a Ginevra il 14 luglio 2015. Intesa che Riad (ed Israele) subi' come un affronto da Washington che aveva favorito il suo arcirivale nel Golfo Persico, l'Iran, culla dell'Islam sciita. "L'Arabia Saudita e' custode dei due luoghi piu' sacri dell'Islam (il titolo di "custode de La Mecca e Medina" e' il piu' importante con cui ci si riferisce al sovrano saudita, ndr)" ha detto Trump, accusato di islamofobia dopo i due ordini esecutivi con cui ha vietato l'ingresso negli Usa ai cittadini, prima di 7 e poi di 6 Paesi prevalentemente musulmani, in entrambi casi lasciando fuori i sauditi, ma non solo. Il presidente ha spiegato che a Riad vedra' altri leader sunniti del Golfo Persico "per iniziare a costruire una nuova collaborazione e sostegno con nostri alleati musulmani per combattere l'estremismo, il terrorismo e la violenza ed accettare un piu' giusto e fiducioso futuro per i giovani musulmani nei loro Paesi". Nessuno dei Paesi del consiglio di cooperazione del golfo (Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrein e Oman) rientrava nella lista del cosiddetto primo e secondo Muslm Ban, che prevedeva lo stop ai cittadini di Libia, Iran, Somalia, Siria, Sudan e Yemen e nella prima versione anche l'Iraq, poi eliminato su pressioni di Baghdad.