Usa, Trump sceglie Jon Huntsman come ambasciatore in Russia
Mormone, ex governatore dello Utah
È la prima mossa "distensiva" di Donald Trump sul dossier russo, dopo un'escalation di sospetti, accuse e contro-accuse infamanti, con sullo sfondo l'imminente avvio di un'indagine parlamentare. Almeno la nomina del nuovo ambasciatore americano a Mosca sembra essere fatta per placare gli animi. Trump vuole mandare in Russia Jon Huntsman, imprenditore di religione mormone, ex governatore dello Utah, ex candidato alla nomination presidenziale repubblicana nel 2012 (eliminato da un altro mormone, Mitt Romney).
La scelta fatta da Trump appare abile, quasi bipartisan. Perché Hunstman pur essendo repubblicano è così moderato che Barack Obama lo volle anche lui ambasciatore: in Cina. Viene ricordato come un diplomatico abile, in parte aiutato dalla sua profonda conoscenza della Repubblica Popolare (parla il mandarino). Della Russia non è altrettanto esperto, però Huntsman porta con sé il bagaglio di moderazione, indipendenza, bipartisanship.
È una scelta quasi soprendente alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni: quando Trump arrivò a diffamare personalmente Obama ("persona cattiva o malata") in un tweet in cui lo accusava di avere ordinato intercettazioni illegali sul telefono privato della Trump Tower. La scelta di Huntsman certo non basta a diradare la fitta nebbia di sospetti sul Russia-gate o Putin-connection, sui legami stretti e misteriosi fra l'entourage di Trump e la Russia. Di quello si occuperà un giorno la commissione d'inchiesta che il Senato dovrebbe mettere in piedi.
Se non altro Trump ha evitato di infiammare gli animi ulteriormente con una scelta di ambasciatore "putiniano", o di un estremista alla Stephen Bannon. Huntsman prima d'insediarsi a Mosca dovrà passare al vaglio del Senato ma la sua approvazione non dovrebbe incontrare ostacoli.