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Nasce Lactose Free Expo al Rimini Fiera

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Conti correnti aperti all’insaputa dei clienti, carte di credito attivate senza autorizzazioni, false iscrizioni ai servizi bancari online. Dopo oltre sei anni, a dimostrazione che lo scandalo dei mutui subprime e il processo all'avidità capitalistica di Wall Street sono passati invano, un banchiere di una delle big del credito a stelle e strisce torna alla sbarra al Congresso Usa per rispondere sulle pratiche di vendita illecite del proprio gruppo. Pratiche in base alle quali due milioni e più tra conti e carte di credito e di debito che non erano mai stati chiesti dai diretti interessati sono state aperte per riuscire a raggiungere e superare gli obiettivi di vendita e far scattare i bonus per l'area retail. Pratiche, in base alle quali spesso venivano trasferiti in segreto fondi da conti regolarmente autorizzati dai clienti proprio per finanziare i nuovi prodotti e servizi loro "venduti”. Il tutto utilizzando account mail falsi della banca. 

Non solo: ripetutamente e paradossalmente è accaduto che i consumatori, vittima di queste manipolazioni dei loro risparmi da parte dei funzionari della banca, rimanessero a loro insaputa a corto di fondi e venissero di conseguenza puniti dalle apposite commissioni caricate dallo stesso istituto

John Stumpf, amministratore delegato di Wells Fargo, dovrà rispondere di questo oggi davanti alla commissione bancaria del Senato, che vuole dunque vederci chiaro e capire se il sistema era "istituzionalizzato" volto a truffare sistematicamente i clienti. Illecito che ha portato al licenziamento di 5.300 dipendenti coinvolti e il pagamento di una multa da 185 milioni di dollari.

Stando a una copia della testimonianza ottenuta dal Wall Street Journal, Stumpf assumerà "piena responsabilità" per l'accaduto e chiederà scusa "per non avere fatto di più e prima" per risolvere il problema. Tuttavia, il Ceo spiegherà che "non c'è stato uno schema o un'azione orchestrata" per incoraggiare pratiche di quel genere, ovvero non c'è stata truffa. "Sono profondamente dispiaciuto di non essere riuscito ad adempiere le responsabilità verso i nostri clienti, la nostra squadra e gli americani. Accetto piena responsabilità per le pratiche di vendita non etiche della divisione di retail banking. Mi impegno a fare tutto il possibile per risolvere il problema, rafforzare la cultura interna e compiere le azioni necessarie per ricostruire la fiducia dei clienti", dira' Stumpf, prima di rispondere alle domande della commissione.

Nella sua testimonianza il manager non parla della possibilità di dimettersi, cosa chiesta da più parti, nè di un'eventuale restituzione dei compensi pagati ai dirigenti. Nel frattempo, quella del risk officer della banca, Claudia Russ Anderson, è stata una delle prime teste a cadere nello scandalo sui conti correnti fantasma dell'istituto. L'alto dirigente della banca ha preso un periodo sabbatico alla vigilia della testimonianza di Stumpf e ha lasciato a partire da ieri il proprio incarico per un periodo di sei mesi.

 

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