La lunga marcia dell'auto elettrica: il (lento) cammino della Cina
E alla fine arriva anche la Cina. Pensare al futuro dell'auto elettrica senza Pechino è impossibile. Finalmente anche il gigante asiatico si sta muovendo: entro il 2020 l'obiettivo è stato fissato a cinque milioni di veicoli elettrici in circolazione.
Il primo ministro cinese Li Keqiang ci ha messo la faccia. Visitando gli stabilimenti di Byd, il produttore sostenuto anche da Warren Buffett, ha affermato che "i veicoli alimentati con nuove forme energetiche, soprattutto i bus, possono servire a migliorare i problemi urbani legati allo smog e al rumore, perciò tutti dovrebbero essere incoraggiati a usarli". Una bella sponsorizzazione. Ma far muovere il pachiderma non è semplice.
Le vetture elettriche vendute nel 2014 saranno tra le 60 e le 80mila. Un'inezia se si considera lo sterminato mercato cinese: nel 2013 sono state vendute quasi 22 milioni di automobili, ma appena 17.642 erano alimentate da energie alternative. Quasi tutte elettetriche (14 mila), pochissime ibride (circa 3 mila).
La Byd prevede un aumento delle vendite del 619%. Letti in percentuale, i ritmi di crescita sono elevati. Ma i numeri assoluti sono ancora esigui. E quell'obiettivo di 2 mila impianti e 5 milioni di veicoli green, per ora, è un miraggio.