Opere di ristrutturazione immobiliare che potranno contare su interessanti incentivi per prime case e condomini. Qualche giorno fa Immobiliare.it ha pubblicato una sintetica dedicata al funzionamento del nuovo Ecobonus ufficializzato di recente dal decreto Bilancio.
L’edilizia riparte con l’Ecobonus al 110%
L’emergenza sanitaria e le misure restrittive della fase 1 hanno determinato un rallentamento dell’edilizia, con conseguenze più ampie sull’intera economia nazionale. A partire dal 1° luglio 2020 il settore potrà godere di una nuova liquidità dedicata, grazie appunto all’Ecobonus al 110% che offrirà ai cittadini interessanti agevolazioni per portare a termine lavori di ristrutturazione nel proprio immobile che erano stati a lungo rimandati.
Cosa copre questo bonus
Essenziale per ottenere questa agevolazione è la tipologia di lavoro che si intende effettuare; l’Ecobonus al 110% infatti è applicabile solamente nel caso di opere di ristrutturazione strutturali, che riguardino il “cappotto” dell’edificio.
Per fare qualche esempio, rientrano in questo tipo di agevolazione:
- tutti gli interventi di isolamento termico che interessano l’involucro e che hanno un’incidenza della superficie superiore al 25%, entro il limite di 60 mila euro, moltiplicati per il numero di unità immobiliari presenti;
- le spese per la sostituzione degli impianti di climatizzazione con efficienza pari alla classe A, anche in abbinamento a eventuali sistemi fotovoltaici, per un massimo di 30 mila euro per ciascuna unità immobiliare;
- le spese effettuate per gli interventi antisismici, a patto che sia stipulata anche una polizza assicurativa a copertura dei rischi calamità. La manovra agevola che l’installazione di impianti fotovoltaici, purché integrino altre tipologie di lavori strutturali.
Ricordiamo inoltre che tutti gli interventi minori potranno invece continuare a godere delle agevolazioni già esistenti, come quella relativa alla detrazione del 50% in 10 anni.
L’Ecobonus al 110%: come funziona
Altra novità di questa agevolazione riguarda la possibilità di cedere il credito maturato alle banche. Il richiedente, infatti, avrà la possibilità di scegliere se trasformare l’importo agevolabile in credito d’imposta o applicare lo sconto direttamente in fattura. A sua volta il fornitore potrà recuperarlo sotto forma di credito d’imposta cedibile ad altri soggetti, come appunto istituti bancari oppure finanziarie.
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