Tra smart working e lezioni universitarie a distanza, uno degli effetti del Covid è stato quello di vedere le città universitarie svuotarsi. Questa evidenza è confermata dall’impennata dell’offerta che si sta registrando in questo periodo con picchi che arrivano addirittura a un più 290%, come a Milano. Lo sottolinea un’analisi dell’Ufficio Studi di Immobiliare.it.
“Studenti e lavoratori che sceglievano soluzioni abitative transitorie, come quelle di una stanza singola o di un posto letto in una doppia, hanno preferito in molti casi abbandonare momentaneamente le città, in favore di spazi più ampi e di un risparmio sull’affitto”, ha commentato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it.
Milano rimane la città più cara, dove per una stanza singola bisogna spendere in media 565 euro al mese. Eppure è anche il centro urbano dove la disponibilità di posti letto è cresciuta di più. Roma si classifica seconda, con prezzi che si aggirano su una media di 438 euro e un aumento dell’offerta del 130%. Seguono Bologna, Firenze e Padova, tre città universitarie dove si è liberato tra il 175% e il 180% di stanze in più e il canone richiesto è attorno ai 400 euro al mese.
Se infatti l’offerta è cresciuta in modo anche esponenziale, i prezzi sono rimasti praticamente fermi a quelli che si trovavano nel 2019. Alcune città registrano addirittura oscillazioni in negativo: a Bologna e Palermo, sono scesi del 9%, mentre a Siena addirittura del 12%.
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