Il mercato immobiliare appare sempre più green e attento al risparmio energetico. Come evidenzia un recente articolo di Immobiliare.it, infatti, chi cerca casa si mostra sempre più interessato alla sostenibilità ambientale e agli standard energetici degli edifici.
Cresce la quota di immobili green acquistati
Sebbene il 70% delle transazioni abbia riguardato edifici non ancora efficientati, nel 2019 è aumentato considerevolmente il volume di scambi che interessano abitazioni nelle classi A o B. È quanto emerge da un’analisi di Enea, in collaborazione con l’Istituto per la Competitività e la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali.
La ricerca, condotta su un campione di 800 agenti immobiliari, ha rilevato segnali incoraggianti in questo senso, soprattutto per le nuove abitazioni: in questo segmento l’80% delle operazioni concluse nel 2019 ha interessato edifici nelle classi energetiche più alte. Positivo anche il bilancio per il ristrutturato, dove gli immobili efficientati hanno rappresentato il 36% degli scambi, con un aumento del 14% rispetto all’anno precedente.
Al contempo si riducono le richieste per le case che rientrano nella classe energetica G, quella meno performante. Si scende al solo 40% per i monolocali e i bilocali, 37% per i trilocali, 34% per le ville per una famiglia e solo 24% per le villette.
Gli scenari futuri
Come l’epidemia e il lockdown incideranno su questa tendenza non è ancora chiaro. Secondo Gian Battista Baccarini, presidente della Fiaip, nei prossimi mesi aumenterà ancora di più l’attenzione per la sostenibilità con una crescita delle ricerche di abitazioni confortevoli che comprendano anche sbocchi all’esterno. Si punterà quindi alla comodità, ma anche al risparmio nei consumi e ai bonus fiscali. Dall’altro lato, però, le misure restrittive e la crisi economica potrebbero condizionare le scelte degli italiani, preoccupati dalla disponibilità di fondi e dalla certezza dell’impiego. In questo senso, come sottolinea il vicepresidente dell’Istituto per la Competitività Franco D’Amore, “al momento non esiste una chiara visione a questo proposito, molto dipenderà dalla durata e dell’intensità delle misure restrittive adottate e dagli strumenti messi in campo per l’uscita dall’inevitabile crisi economica che si è innescata”.
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