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Roma, 15 nov. (Labitalia) - “La buona allocazione dei fondi del Pnrr è strettamente legata alla sburocratizzazione e alla semplificazione delle procedure. A tal riguardo a livello territoriale possono assumere un ruolo importante le camere di commercio che, grazie alla pluriennale esperienza sul campo, hanno le carte in regola per assicurare un valido supporto a imprese e professionisti, nella fase amministrativa fondamentale per l’accesso dei fondi Pnrr”. Lo afferma all'Adnkronos/Labitalia Giuseppe Arleo coordinatore dell’Osservatorio Next Generation del think tank Competere.eu."E’ dunque condivisibile - continua Arleo - la richiesta del presidente di Unioncamere Andrea Prete di affidare alle Cciaa una funzione centrale in tema di semplificazione, innovazione e digitalizzazione, sostenibilità, mercato del lavoro, imprese e internazionalizzazione, così come appare opportuna la creazione presso Unioncamere di una apposita commissione permanente per la semplificazione, con la partecipazione delle confederazioni imprenditoriali dei diversi settori, con l’obiettivo di proporre ai decisori pubblici proposte di semplificazione e riduzione degli adempimenti burocratici a carico delle imprese"."Grazie al completamento del processo di riforma delle Cciaa, che renderà più snelle, moderne ed efficienti le strutture camerali, la sfida di un maggiore protagonismo nel supporto alle imprese può essere vinta, agevolando il buon esito di una partita essenziale per lo sviluppo del Paese, come quella del Pnrr", spiega Arleo.Per il coordinatore dell’Osservatorio Next Generation del think tank Competere.eu, la criticità da superare, per una svolta di tal genere, può manifestarsi piuttosto nelle difficolta di individuazione degli enti pubblici interlocutori delle Cciaa. "Vanno bene definiti - suggerisce - ruoli e competenze di Ministeri, Regioni Province e Comuni, evitando rischi di confusione amministrativa nella gestione delle varie fasi, in particolare quando non appaiono evidenti gli ambiti più o meno esclusivi dei poteri esercitabili. Non dimentichiamo che per la corretta gestione dei fondi le Amministrazioni avranno l’obbligo di rendicontare periodicamente il Ministero dell’Economia sull’utilizzo delle risorse, lo stato di avanzamento dei progetti fino al raggiungimento degli obiettivi che il governo dovrà poi comunicare al Bruxelles al fine di ottenere l’avallo indispensabile per procedere con le rate successive".Per Arleo "il fatto che oltre ai fondi del Pnrr, si aggiungeranno quelli del Fondo sociale europeo, i Fondi di coesione e quelli Fesr, dà ancora di più la misura della necessità di profonde riforme strutturali nel sistema pubblico, al fine di non ripetere gli errori commessi in passato nella cattiva, e lentissima, gestione delle risorse europee". "Occorre dunque procedere - avverte - in maniera imponente e velocissima alla sburocratizzazione e semplificazione della Pubblica amministrazione, anche facendo uso laddove tecnicamente possibile, del meccanismo delle autocertificazioni, coinvolgendo imprese, professionisti e coloro che operano nel sistema economico. Come ha stimato Unioncamere un taglio del 25% delle procedure amministrative farebbe crescere dell’1,8% il pil entro il 2026". "Alla base - sottolinea - è necessario un profondo processo di digitalizzazione, con una piattaforma dove la Pubblica amministrazione possa in maniera immediata e agevole disporre di tutti i dati risparmiando tempo in fase di valutazione e rendicontazione dei fondi. Senza mai tralasciare gli aspetti legali e giuridici, sarebbe parimenti auspicabile una riforma concreta e operativa del codice appalti alla base delle opere pubbliche, che in alcune fasi ha dei meccanismi estremamente lenti, ostativi a una corretta e veloce gestione dei fondi"."E’ inoltre necessario - ricorda Arleo - un forte piano di rafforzamento amministrativo nazionale con un importante ringiovanimento, a fronte dell’attuale età media dei dipendenti pubblici, tra le più alte d’Europa con 51 anni. Per di più il personale amministrativo conta su solo 4 laureati su 10, spesso nemmeno nelle discipline tecniche o comunque poco formati nel settore, con competenze limitate nella gestione dei progetti complessi e concentrati su dinamiche a breve periodo presenti nelle amministrazioni locali". "Il piano di reclutamento di personale - commenta - con regole semplificate, anche e soprattutto nel settore della progettazione europea, può essere di forte aiuto a condizione però che ci si avvalga di professionalità formate sulla materia dei fondi europei da impegnare in maniera esclusiva e pluriennale sulla progettazione e rendicontazione dei fondi".





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