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Roma, 23 mar. (Labitalia) - "L'evoluzione verso la mobilità a ridotte emissioni, la corsa folle all'elettrico, il futuro dei motori endotermici e le soluzioni green già oggi disponibili. La necessità di misure strutturali e non demagogiche di sostegno al mercato della mobilità che riescano a guidare nel medio periodo la transizione verso un parco veicoli più sostenibile e più sicuro. L’opportunità unica dei fondi previsti da Next generation Eu e la riscrittura del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le previsioni di crollo del mercato auto nei prossimi mesi, in assenza di incentivi e la proposta condivisa di usare la leva fiscale per rinnovare il parco". Sono questi i principali spunti e le provocazioni emerse nel corso dell’evento, in modalità digitale, organizzato da #forumautomotive, il movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore. In apertura dei lavori il promotore di #Forumautomotive Pierluigi Bonora ha intervistato Daniele Bandiera, amministratore delegato di Italiana Petroli spa e manager di grande esperienza nel mondo automotive, in virtù dei trascorsi con incarichi di vertice in Fiat Group, Alfa Romeo, Moto Guzzi e Piaggio. "Oggi - ha detto Bandiera - parlare di green è fondamentale, ma la transizione energetica va gestita in modo razionale e credibile, raggiungendo tutte le classi sociali e non solo limitate fasce di popolazione che possono investire ingenti somme per acquistare una vettura elettrica. L’elettrico, è destinato a crescere velocemente, ma dovrà risolvere nei prossimi anni due problemi rilevanti: l’autonomia chilometrica e i tempi di ricarica. Due nodi cruciali per il futuro di questa tecnologia. Molto si sta facendo oggi sul fronte dei carburanti a basso impatto: il 10% dei carburanti è ottenuto da prodotti vegetali o biologici; esistono quindi già oggi diverse soluzioni di biocarburanti che consentono di abbattere l’inquinamento, la CO2 e il consumo di materie prime". Pierluigi Bonora ha evidenziato come "il settore automotive debba essere giustamente considerato per il suo rilevante peso a beneficio del Sistema Paese e, dunque, sia da inserire all’interno del piano nazionale di ripresa e resilienza che il nuovo governo si appresta a riscrivere. E' necessario, inoltre, non focalizzarsi esclusivamente sulle soluzioni elettriche. Da qui la riflessione chiesta ai relatori a proposito degli ingenti investimenti del settore petrolifero in carburanti, gli stessi ormai messi all'indice, sempre più rispettosi dell'ambiente, e con l'obiettivo di arrivare alla loro completa decarbonizzazione. Il dibattito sull'elettrico ha di fatto - e strumentalmente - messo una sorta di silenziatore sull'impegno green di questo settore. Positiva, infine, l'unità d'intenti palesata dalle associazioni della filiera, un importante riconoscimento alle sollecitazioni, in tale direzione, che da diversi anni vede impegnato il nostro movimento di opinione". Il presidente di Aci Milano Geronimo La Russa è intervenuto sostenendo che "la transizione energetica della mobilità non potrà che essere graduale. Ancora oggi l’auto viene considerata esclusivamente come un bancomat e un settore da tartassare. Va superata questa visione, evitando di demonizzare un comparto strategico per il Paese. La mobilità individuale su quattro ruote va sostenuta in questa difficile fase attraverso un approccio razionale e meno ideologico". "L’elettrificato - ha sottolineato Dario Duse, managing director di AlixPartners - in questo momento ha registrato una forte spinta, in Europa, nell’ultimo trimestre del 2020, abbiamo registrato 86 milioni di miglia percorribili dai nuovi veicoli elettrici immatricolati. Un’evoluzione che sarebbe stato auspicabile partisse dal basso, ma invece scende dai segmenti alti e meno accessibili. Valide alternative per la mobilità sostenibile già oggi disponibili sono idrogeno e biodiesel"."La transizione verso l’elettrico - ha osservato Lorenzo Tavazzi, partner e responsabile area scenari e intelligence di The European House - Ambrosetti - è oggi resa ancora più complessa dai cambiamenti innescati dalla pandemia, che ha ridotto significativamente i livelli di ricchezza della popolazione, tanto che stimiamo che prima del 2025 non si tornerà ai livelli pre-Covid. Oggi registriamo investimenti significativi sull’elettrificazione da parte delle Case automobilistiche europee con un boom nell’offerta di modelli, ma sul timing del return on investment oggi la pandemia pone forti interrogativi".Gianluca di Loreto, partner di Bain & company ha analizzato il mercato automotive affermando che oggi, "la corsa all’elettrico, doverosa negli obiettivi, in Europa però spesso dimentica il punto da cui partono i singoli Paesi. In Italia nel 2020 sono state immatricolate 32 mila vetture elettriche pure, solo il 2,3%. In Inghilterra oltre 100mila, la Germania ne ha immatricolate sei volte quanto noi. Non siamo in traiettoria. Da noi si scrive elettrico, ma si legge ibrido. Da questa corsa scaturirà anche un impatto diretto sulla componentistica. Un ruolo strategico nel settore automotive lo stanno giocando le operazioni di fusioni e acquisizioni che spesso riguardano proprio i 'componentisti' e che nel 2021 potrebbero, come sempre nei tempi di crisi, ridisegnare parte del panorama competitivo".Sul tema della strategie automotive e dei 'crediti green' si è soffermato Giorgio Barbieri, Partner di Deloitte e responsabile italiano per il settore automotive: "Alcuni anni fa il Regolatore ha dato indicazioni sulle performance ambientali da raggiungere per i car maker. La possibilità di acquistare i crediti da altri brand costituisce un modo per recuperare i ritardi accumulati sul fronte tecnologico. Oggi l’ibrido rappresenta la modalità ideale per raggiungere questi obiettivi, educando i consumatori ed eliminando le ansie insite nell’elettrico. Credo comunque che l’atterraggio verso l’elettrico dovrà essere morbido e comporterà lavoro sulla domanda attraverso incentivi, sulla rete infrastrutturale e sulle flotte aziendali come volano per la diffusione di questa tecnologia". Senza incentivi mercato destinato al crollo nei prossimi mesi. Questa la sintesi della tavola rotonda dedicata alla filiera della mobilità. "Bisogna cercare - ha sottolineato il neo confermato presidente di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino - di far ripartire il mercato automotive, meno auto immatricolate significa, tra l’altro, meno introiti per l’Erario. La sinergia con le altre associazioni dell’automotive si sta consolidando ulteriormente. Il problema vero contro cui combattere è la vetustà del nostro parco circolante. Non basta immettere vetture nuove sul mercato, è fondamentale sostituire quelle più vecchie e inquinanti. Con l’Italia paralizzata dalla pandemia, senza sostegni alla domanda i prossimi mesi si preannunciano davvero difficili". Michele Crisci, presidente di Unrae, è tornato sul momento decisivo per il settore: "E’ giunta l'ora di dare un segnale forte, senza precedenti. Gli operatori della filiera stanno promuovendo ingenti investimenti sul cammino della transizione verso una riduzione delle emissioni, investimenti che finora hanno registrato ritorni davvero risicati. Il pnrr rappresenta un'opportunità unica da cogliere, il mio auspicio è che la sua riscrittura possa essere all'insegna della concretezza. Gli incentivi hanno sostenuto la domanda e, soprattutto, hanno comportato la rottamazione di vetture datate, con riduzioni effettive nelle emissioni di CO2. Senza sostegni, la caduta del mercato sarà pesante nei mesi a venire". Gianmarco Giorda, direttore di Anfia, si è espresso positivamente sulla collaborazione tra le associazioni dell’auto: "Al di là delle sovrastrutture associative, è importante collaborare per raggiungere gli obiettivi condivisi. La direzione delle politiche green sembra ormai segnata, ma l’atteggiamento della politica europea deve essere proattivo, al fine di definire una politica industriale per questo settore e non rischiare di perdere pezzi di industria strategici per il nostro Paese. Bisogna agire su tre pilastri: sul fronte della domanda con incentivi, su quello dell'offerta sostenendo investimenti perché la filiera resti competitiva, senza dimenticare di prevedere infrastrutture adeguate". Sulla corsa all’elettrico si è soffermato Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione, il quale ha sottolineato come i costi ambientali di una vettura elettrica, dalla progettazione alla sua rottamazione, passando per il tipo di alimentazione, sono oggi mediamente più elevati rispetto a quelli di un’auto diesel di ultima generazione: "I costi delle vetture elettriche restano inoltre alti per prevedere un’ampia diffusione e oggi richiedono costanti incentivi. Il nostro Paese troverà i fondi per finanziare questa transizione verso l’elettrico?". Il presidente di Aniasa Massimiliano Archiapatti ha evidenziato che, anche in futuro, l’associazione sarà pronta a fare squadra insieme al resto della filiera: "Il nostro settore guida la transizione verso l’elettrificato. Due vetture elettriche e ibride plug-in su cinque sono immatricolate dalle società di noleggio. Serve oggi una visione non dogmatica sul tema delle alimentazioni e sulla fiscalità (oggi senza pari in Europa) cui sono sottoposte le auto aziendali. Una leva, quest'ultima, che consentirebbe di accelerare realmente il rinnovo del parco circolante. Serve una strategia precisa e duratura". Fabrizio Guidi, presidente di AsConAuto, ha affermato "la necessità di ragionare seriamente per sostituire le vetture più inquinanti del nostro parco auto. Una battaglia da portare avanti anche puntando sulla fiscalità che può spingere ad acquistare vetture di ultima generazione e poi, a fine ciclo, diffondere un usato fresco. Senza misure che guardano al mercato reale, si rischia di non centrare gli obiettivi green". Per Pier Francesco Caleari Direttore Generale di Confindustria-Ancma "Il mondo delle due ruote è per sua natura già green e garantisce il distanziamento sociale. Al governo abbiamo chiesto di compiere uno sforzo decisivo sul fronte delle strutture di ricarica. Nel prossimo futuro sarebbe importante riportare nel nostro Paese, attraverso un piano per la rilocalizzazione, le produzioni nell'ambito della componentistica emigrate all’estero. A novembre, infine, confidiamo di far svolgere la nuova edizione di Eicma, integrata anche da soluzioni digitali e con la partecipazione di tutte le case costruttrici".





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