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Roma, 8 gen. (Labitalia) - Una soluzione di design made in Italy per aiutare milioni di lavoratori in smart working. Una soluzione democratica, approvata da una giuria di esperti e che adesso arriva al voto popolare sul web per il giudizio finale. Giunge a compimento, infatti, il concorso per scegliere la postazione ideale per il lavoro da casa bandito la scorsa estate dalla piattaforma di design Hiro. Un concorso aperto a tutti i designer per progettare un arredo adatto al lavoro da casa. Tra le decine di progetti arrivati, tre sono stati selezionati da una giuria di esperti composta dai designer Paolo Cappello (art director di Hiro) e Francesca Lanzavecchia e dalla giornalista Loredana Mascheroni. Dall’11 gennaio sarà possibile votarli attraverso i canali digitali di Hiro: sarà il voto della community di appassionati di design a stabilire qual è la postazione perfetta per lo smart working, una realtà che dallo scorso inverno riguarda milioni di persone in tutto il mondo e che è destinata a durare ancora, fin quando l’emergenza sanitaria detterà tempi e ritmi del lavoro. L’arredo vincitore entrerà in produzione a fine gennaio. I tre arredi selezionati dalla giuria di esperti e candidati al voto finale del pubblico, firmati da Silvia Fabris, Luca Ferrante e Maurizio Olivieri, sono tutti esempi di design funzionale, perfettamente integrabile in qualsiasi situazione domestica e accessibili per prezzo. Il link per votare è: https://projects.hiro.design/smart-working-design.“La pandemia ha portato praticamente tutti i settori produttivi e progettuali a confrontarsi con un modo diverso di lavorare e i designer sono stati tra i primi a recepire quanto certi settori della nostra società sarebbero cambiati, e hanno iniziato da subito a pensare a quello che potrebbe essere il mondo post-pandemia”, spiega Paolo Cappello, art director di Hiro e giurato alla selezione della open call. “Il tema dello smart working - aggiunge Paolo Cappello - è tra i più discussi perché è un'esigenza reale per milioni di persone e tra questi lavoratori che hanno ripensato il loro posto di lavoro ci sono anche i designer, quindi chi meglio di loro può offrire una soluzione lucida, pratica e logica per il lavoro da casa?". I tre progetti in gara sono esempi di buon design democratico: “Penso che il vero buon design sia prima di tutto democratico, e dunque accessibile. Per un designer si tratta della sfida più difficile: progettare oggetti che siano funzionali, esteticamente apprezzabili, riproducibilità e con un prezzo alla portata di tutti”, sottolinea. Quello dii Hiro sullo smart working è un progetto che punta sulla qualità e sul voto popolare, dimostrando che le due cose non sono in contraddizione, perché al giudizio dei non addetti ai lavori si arriva dopo una selezione a cura di giurati ed esperti. Inoltre, la pagina web per la votazione spiega nel dettaglio elementi e caratteristiche utili per comprendere appieno il senso, l’estetica e la funzionalità di ciascun arredo in gara.Spiega Manuele Perlati, founder e Ceo di Hiro: “Hiro è una realtà giovane, nata per dare spazio a proposte che altrimenti faticherebbero a trovare spazio nei canali tradizionali e a ottenere l’attenzione delle grandi imprese. A Hiro crediamo nelle potenzialità del design, ma crediamo anche nel giudizio della nostra community, che è fondamentale nel decidere se dare corso a un progetto, produrlo e metterlo in vendita. Ogni anno migliaia di arredi e complementi presentati a fiere o fotografati per cataloghi restano prototipi o prodotti invenduti. Crediamo nel riscontro del nostro pubblico come strumento per combattere un eccesso di produzione che non fa bene al design. Per questo, per un tema assolutamente attuale e centrale come lo smart working, abbiamo pensato a una open call e al nostro pubblico come ‘giudice’, garantendo però il primo filtro di una giuria di esperti che deciderà quali progetti, tra tutti quelli pervenuti, saranno sottoposti al voto”.





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