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Roma, 11 mar. (Labitalia) - La pandemia continua ad avere un peso importante sul settore travel. Le scelte dei consumatori sono sempre più attente alle misure sanitarie e di sicurezza implementate dai governi. Passaporto vaccinale, test Covid-19 gratuiti e riduzione della quarantena sono considerati elementi chiave per la ripresa dei viaggi internazionali. Quanto ai trend del 2021, prevale ancora la propensione al turismo di prossimità, con l'Italia come meta preferita anche dai viaggiatori europei. Mentre la fiducia nella ripresa è in calo per quest'anno e l'aspettativa guarda al 2022. A rilevarlo una ricerca condotta da Aigo, agenzia di marketing e comunicazione specializzata nel settore turismo, trasporti e ospitalità, e Travel Consul, network internazionale di agenzie indipendenti, che presentano i risultati dello studio svolto per meglio comprendere l’impatto del Covid-19 sull’industria turistica globale ad oggi, e trarre alcune indicazioni per supportare la ripresa futura. Questa IV edizione fornisce la fotografia di un’industria ancora fragile e incerta a causa del protrarsi dell’emergenza e del generale atteggiamento di attesa nella programmazione dei viaggi da parte dei consumatori, ma che vede nelle politiche di flessibilità in merito a prenotazioni e cancellazioni, nella personalizzazione di prodotti e servizi, nella vaccinazione diffusa, nelle misure sanitarie e di sicurezza adottate da destinazioni e prestatori di servizi le chiavi di volta per la ripresa del settore.“Aigo e Travel Consul hanno realizzato una nuova edizione della ricerca - afferma Massimo Tocchetti, presidente di Aigo e Board member di Travel Consul - con l’obiettivo di fornire una visione aggiornata del sentiment dell’intermediazione turistica italiana e globale in questo particolare momento. Dai dati che ne escono si evince ancora il forte peso della pandemia sull’operato della travel industry e sulle scelte dei consumatori in fatto di prenotazioni. Analizzando le risposte degli addetti ai lavori intervistati, che operano in oltre 20 Paesi al mondo, possiamo dedurre che anche il 2021 sarà un anno in divenire per il comparto, con il turismo di prossimità ancora protagonista, almeno per l’estate e fino a quando le vaccinazioni non saranno diffuse in modo massivo. La ripresa dei viaggi internazionali sarà anche aiutata da certificazioni sanitarie, protocolli di sicurezza, e flessibilità in merito a politiche di prenotazione e cancellazione. Gli uffici del turismo potranno fare la loro parte, supportando la distribuzione con il rilascio di dati e informazioni puntuali, e campagne di comunicazione rivolte ai potenziali viaggiatori”.La nuova ricerca è frutto di un’indagine condotta tra gennaio e febbraio 2021 su oltre 1.200 professionisti del settore di oltre 20 mercati internazionali, in 11 lingue diverse. Di questi, il 59% (66% del campione italiano) lavora presso agenzie di viaggio, il 26% (28% del campione italiano) in tour operator e il restante 15% in Gsa o in altri tipi di attività commerciale. Se si considera l’impatto sul settore e la propensione del consumatore, in generale, in Italia come in Europa e a livello globale, c'è ancora grande incertezza nel comparto viaggi e turismo. Le stime di ripresa sono concentrate a partire dal prossimo anno. Rispetto all’edizione di settembre 2020, scende l’aspettativa di una ripresa nel 3° e 4° trimestre 2021, passando dal 34% all’odierno 4,1%.Un dato positivo si riscontra, invece, sulla propensione dei clienti verso i viaggi futuri, con un travel trade italiano che risulta essere cauto, ma di fondo ottimista, dal momento che da parte dei clienti prevale il posticipo delle prenotazioni sulle cancellazioni. Seppur prudenti, il 36% dei consumatori italiani guarda alla stessa destinazione che ha prenotato, il 45% sta aspettando per decidere le nuove date e la destinazione del viaggio precedentemente prenotato, mentre il 19% dei clienti vorrebbe cambiare meta. Le cancellazioni in Italia calano di 11 punti percentuali, passando dal 46% (rilevato a settembre 2020) all’attuale 35%. Proprio la flessibilità sulle cancellazioni continua ad agevolare il lavoro degli intermediari, secondo il parere di 7 operatori italiani su 10; il dato è in crescita rispetto alla precedente edizione della ricerca, nella quale aveva risposto positivamente il 59% degli intervistati.Dalla risposta italiana, in controtendenza con quella europea e globale, emergono la necessità di ridurre il periodo di quarantena, così come la possibilità di accedere a test Covid-19 gratuiti e il rilascio di un certificato sanitario (52%). Un aumento delle prenotazioni è atteso dopo che il vaccino sarà stato ampiamente somministrato (40%) con il 73% dei rispondenti in Italia che crede nell’impatto favorevole sulla richiesta di viaggi internazionali a seguito dell’eventuale adozione del certificato di immunità. Allo stesso modo la pensano il 66% degli intervistati globali e il 63% di quelli europei. A conferma di quanto emerso, gli italiani sono più restii nel fissare date di viaggio precise (66%): nel nostro Paese prevale un atteggiamento più cauto rispetto alla media europea (39%) e a quella globale (41%). In seconda battuta, in Italia (16%) come in Europa (24%), i viaggiatori tendono a prenotare con scarso anticipo: meno di 30 giorni dalla data di viaggio. Nel resto del mondo è invece rilevante il numero di chi prenota con 7-12 mesi di anticipo (20%).Gli operatori italiani dell’intermediazione, più di tutti, ritengono importanti le certificazioni di sicurezza da parte dei Paesi/destinazioni e delle organizzazioni internazionali del turismo, come il World Travel & Tourism Council. Per tutti, la presentazione di dati utili e puntuali ricopre importanza crescente, con le certificazioni rilasciate dai Paesi e dalle organizzazioni internazionali ritenute le più rassicuranti in linea generale. In particolare, in Italia aumenta la fiducia nelle destinazioni, che passa dal 31% della scorsa edizione all’attuale 43%, a discapito delle attestazioni da parte degli hotel, che scendono dal 12% al 4%. I clienti italiani sono soprattutto attenti ai temi di sicurezza della destinazione e relativa certificazione sanitaria (83%) e alle misure anti Covid-19 da parte dei governi interessati (67%), fattori che condizionano anche la maggior parte dei clienti europei e globali.I professionisti italiani più di tutti, intendono modificare le condizioni di cancellazione, proporre polizze assicurative, attivare nuove sinergie con fornitori per poter andare incontro alle necessità del cliente. Secondo il campione italiano, innovazione è la parola chiave per poter ripartire; resta infatti alta la percentuale di coloro che intendono valutare nuove soluzioni per innovare il prodotto: l'85,5% è pronto a considerare nuove destinazioni, 82,9% nuovi hotel e resort, 81,8% nuovi fornitori. I dati europei e globali rispecchiano quelli italiani. Gli operatori di tutto il mondo sono ampiamente interessati a valutare (nell’ordine): nuove destinazioni, nuove strutture e nuovi fornitori nel corso del 2021.I social media continuano a rappresentare il canale marketing su cui puntare, in particolare in Italia, dove la percentuale è superiore a quella europea e globale. Scarsa concentrazione verso l’advertising tout-court e verso le vendite, mentre più alto che negli altri mercati è l’interesse verso le campagna condotte in co-marketing con destinazioni e/o fornitori. Agli uffici del turismo, viene chiesto il rilascio di dati e informazioni puntuali (in crescita rispetto a settembre 2020) e la realizzazione di campagne di comunicazione rivolte al consumatore, a supporto della ripresa dei flussi internazionali. I dati della nuova ricerca confermano invariata la propensione al turismo di vicinanza per quanto riguarda il campione italiano, con l’Europa presente nel 59% delle risposte e un timido sguardo al lungo raggio: in percentuale decisamente più bassa (9%), vengono indicate le Americhe. Il Sud Europa è l’area più gettonata a livello globale: 79% degli italiani, 72% degli europei e il 64% dei global. Il Nord Europa è indicato soprattutto dagli italiani (15%), mentre l’Europa occidentale è scelta dal 18% dei global e solo dal 4% degli italiani. L’Italia risulta essere la destinazione preferita dai clienti italiani ed europei, seguita da Maldive, Usa, Grecia, Spagna ed Emirati Arabi. Mentre a livello globale la scelta ricade su Usa, Europa, Italia e Maldive. I dati sono in linea con la scorsa edizione, fatta eccezione per il campione global, che a settembre 2020 privilegiava la Spagna mentre oggi vede gli Usa al primo posto.Il turismo domestico e quello di prossimità continuano, dunque, per ora ad essere privilegiati nelle scelte dei viaggiatori italiani. Il 28% degli operatori ha registrato nell’ultimo trimestre un aumento delle prenotazioni di viaggi entro i confini nazionali. In particolare, il 15% ha rilevato una crescita compresa tra il 21 e il 40%. Per quanto riguarda le soluzioni che riscuotono maggiore interesse, i viaggi in solitaria vengono indicati dal 66% degli intervistati italiani, in crescita rispetto alla precedente rilevazione. Si registra una crescita di interesse anche verso i resort all inclusive (dal 7% al 23%); nelle crociere marittime (dall’1% al 15%); negli hotel e resort (dal 13% al 22%) e nei piccoli gruppi (da 13% al 21%). Per i viaggi internazionali prevale un atteggiamento di attesa, con prenotazioni che vengono effettuate a meno di un mese dalla partenza (16% in Italia, 24% in Europa), contrapposte a quelle fatte con 7-12 mesi di anticipo, come indicato dal 20% del campione globale. La durata dei viaggi è rimasta per lo più inalterata. Ne è convinto il 60% del travel trade italiano. Sempre in Italia, il 15% pensa che sia aumentata da 1-7 a 8-14 giorni, mentre il 24% ritiene che la durata sia diminuita.Dunque, la pandemia continua ad avere un impatto significativo sul turismo a livello globale, con una diminuzione della fiducia a causa del protrarsi dell’emergenza. Il consumatore italiano, come riportato nelle risposte degli operatori interpellati, seppur cautamente, risulta orientato a riprendere a viaggiare. Di fatto, prevalgono i posticipi sulle cancellazioni, anche se c’è attesa nel ridefinire le date di partenza. Le misure di sicurezza adottate dalle destinazioni, il sistema sanitario locale e le certificazioni ufficiali rilasciate dalle istituzioni dei Paesi e da organizzazioni internazionali sono tra i fattori prioritari che influenzano la scelta di una destinazione per il cliente finale e che favoriranno la ripresa dei flussi turistici. Allo stato attuale, la clientela risulta essere ancora orientata verso mete entro i confini nazionali o comunque di prossimità, in attesa che i vaccini vengano somministrati in modo diffuso e che le misure sopra menzionate vengano messe in atto. Alla luce di un settore in costante evoluzione, anche il comparto dovrà evolversi. Gli addetti ai lavori intervistati ritengono che, per rispondere alle mutate richieste dei clienti, in futuro sarà necessario fornire un sempre maggiore supporto consulenziale, flessibilità sulle prenotazioni e cancellazioni, personalizzazione di prodotti e servizi e proposte in linea con le esigenze sanitarie e di sicurezza.





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