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Libri & Editori
Il salto della rana, di Paola Rondini, Fernandel 2014.

di Alessandra Peluso

“L’amore è una costruzione lenta, diceva mia nonna. L’amore è un’invenzione, diceva mia madre. Io ero arrivata alla conclusione che l’amore è un fortuito e sconcertante ricongiungimento cosmico, un’arbitraria apertura spazio-temporale che ci si dischiude sotto i piedi per ragioni e combinazioni sconosciute”. (p. 28)
Decisiva questa riflessione di Emma, protagonista del romanzo “Il salto della rana” con il quale si rivela una visione borderline tra realtà e immaginazione, un'arbitraria apertura di spazio e tempo che condurrà a conclusioni inaspettate.
Paola Rondini pubblica per la casa editrice di Ravenna “Fernandel”, il terzo romanzo “Il salto della rana”, con il quale intraprende un nuovo percorso, un viaggio che accompagnerà il lettore, procurandogli colpi di scena, tensioni, emozioni senza fine.
Presentato sul tg5 nella rubrica “La lettura”, l'autrice ha sostenuto la necessità intimistica, forse di se stessa, di misurarsi con la realtà, con l'amore, con la vita e con la morte.
La metafora del viaggio rincorre il romanzo, come la stessa Rondini che - di fatto viaggia continuamente - e questo suo movimento lo trasborda nella storia, portando, oltre il limite le proprie capacità. Il lettore entra in un mondo immaginifico pur trovandosi in Arizona.
Si trova qui la giovane Emma per il lancio di un nuovo marchio, inviata dall'agenzia pubblicitaria per la quale lavora. Conosce un’ambigua struttura altamente tecnologica, “il Cubo”, nel quale sono riuniti i creativi, tra cui Nikandros, responsabile del progetto. Fra i due nasce una pericolosa attrazione, che risucchia Emma in un limbo magnetico e straniante.
Stupisce “Il salo della rana” di Paola Rondini, così come la sindrome dello scherzo “Joking disease” della quale è affetta la madre. Ecco sì, sembra tutto uno scherzo di adulti, un comportamento apparentemente burlesco, contraddittorio al cospetto della vita di una rana. È questo il raffinato gioco che fluisce dalla penna di una valida scrittrice.    
Al confine tra la patologia e la normalità, si svolgono le vite di Emma, Andrea Ulivieri, Nikandros e Maria: «… era diventato responsabile del reparto emergenza coma dell’ospedale, Andrea si era detto che nel suo destino c’era quell’essere frontaliere tra due condizioni: lui partiva per il lavoro quando tutti rientravano, lui vegliava chi era incosciente presidiando un confine abissale tra la vita e la morte».
Un romanzo complesso e intricato, i cui nodi saranno sciolti da una lettura attenta e meditativa di coloro che si accosteranno a “Il salto della rana”.    
Intriga inoltre l'invaghimento nato tra Emma e Nikandros, affascinante il modo di raccontarlo dell'autrice: «Stai per morire, Emma» mi sussurrò Nikandros all’orecchio. Lo guardai: il suo torace bellissimo, le sue bellissime braccia, le mani leggere, la bocca umida di me e gli occhi dai riflessi argentei. Tutto perfetto, tutto come avevo sempre sognato. Ero fortunata, mi dicevo con la mia voce da ragazzina, stavo per vivere l’avventura più pericolosa, più incredibile, nessuno mi avrebbe creduto». (p. 102).
La storia consta di avventura, di relazioni umane, di fantasia, di vita, e Paola Rondini cerca in un modo appropriato di offrire ai lettori delle pagine intense, vivaci, delle possibili riflessioni sulla propria individualità. Si impara a conoscere se stessi anche attraverso gli altri.

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