Rappresaglia di Pechino contro sei testate Usa, dopo che il 21 ottobre gli Stati Uniti avevano aggiunto sei testate all’elenco dei media cinesi designati come “missioni straniere”. Alla lista di Pechino si aggiungono la American Broadcasting Corporation (Abc), il Los Angeles Times, Minnesota Public Radio, Bureau of National Affairs, Newsweek e Feature News Story, che dovranno dichiarare entro sette giorni da oggi, 26 ottobre, in forma scritta, informazioni sul loro personale, sulle condizioni finanziarie, sull’operatività e sulle proprietà immobiliari.
Misure analoghe a quelle già prese a luglio scorso nei confronti delle agenzie Associated Press, e Upi e delle emittenti Cbs e Npr, sempre in rappresaglia alle restrizioni ai media cinesi presenti negli Usa messe in atto dagli Stati Uniti.
Le misure introdotte oggi, ha dichiarato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, sono “interamente necessarie e reciproche” e prese “in riposta alla irragionevole repressione” che i media cinesi affrontano negli Stati Uniti, accusati di pregiudizio ideologico e mentalità da Guerra Fredda. “La Cina sollecita gli Stati Uniti a cambiare immediatamente corso, riparare al danno, e interrompere la repressione politica e le restrizioni arbitrarie sui media cinesi”, ha concluso Zhao, minacciando il ricorso a “ulteriori contromisure” qualora la disputa sui media con Washington proseguisse.
La settimana scorsa gli Stati Uniti avevano annunciato l’inclusione nella lista delle “missioni straniere” di sei testate cinesi: Yicai Global, Jiefang Daily, Xinmin Evening News, Social sciences in China Press, the Beijing Review and The Economic Daily, che si sono aggiunte ai maggiori media statali di Pechino già designati come tali nei mesi scorsi, come l’agenzia Xinhua, l’emittente televisiva Cctv, il Quotidiano del Popolo, il tabloid Global Times, l’agenzia China News Service e il quotidiano China Daily.
Commenti