L'accordo fra Google e gli editori francesi rappresenta indubbiamente un "precedente" di riferimento anche per gli altri mercati europei (Italia compresa) in cui il colosso del search ha da tempo aperto trattative simili le associazioni degli editori, da anni "insofferenti" all'indicizzazione dei loro contenuti digitali da parte del colosso del search.
Se oltralpe l'accordo è stato firmato dal presidente Hollande in persona, da noi ovviamente tutto si è fermato con la crisi di governo: se ne riparlerà dopo le elezioni, come ha spiegato il presidente della Fieg Giulio Anselmi.
Google Italia, contattata da Affaritaliani.it, per ora preferisce non prendere posizione sulla situazione nel nostro paese, limitandosi a commentare l'accordo raggiunto in Francia: "Internet offre agli editori una grande opportunità per raggiungere nuove fasce di pubblico. Non vediamo l'ora di aiutare gli editori francesi ad interagire al meglio con i loro lettori attraverso il fondo per l'innovazione digitale dell'editoria del valore di 60 milioni di euro".
Da parte nostra, non vediamo l'ora che anche da noi la querelle si chiuda una volta per tutte sul modello francese. Sul piano giuridico, osservano esperti legali, non si può che andare in quella direzione. Confidando naturalmente nel fatto che il prossimo inquilino di Palazzo Chigi non sia un televenditore ma un leader politico attento (anche) all'evoluzione del mercato dei media.