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Illusione della Libertà, ecco il libro di Vincenzo Olita. La presentazione

Illusione della libertà, certezza della solitudine: ecco il libro Vincenzo Olita

Il libro, sul versante della politica estera, si sofferma su due certezze: la crisi dell’Onu, della Nato, dell’Unione europea e l’inadeguatezza della nostra classe dirigente che si esalta sulle miserie di politica interna ed è incapace di riflette sulle difficoltà dell’Onu, sul superamento della Nato e sul tramonto dell’attuale organizzazione europea. Per Olita siamo di fronte ad un antico deficit, non a caso riporta una dichiarazione del 1994 di Alain Minc, consigliere del primo ministro Edouard Balladur: "Da molti mesi l’Italia non partecipa al dibattito sull’Europa. Le Cancellerie sono stupite: è un Paese senza politica estera che pensa solamente ai suoi problemi". Una lucida sintesi che riassume le difficoltà italiane a sostanziare dignitose visioni e proficue relazioni internazionali.

L'autore invita quindi a svolgere un ragionamento di politica internazionale avendo davanti un mappamondo e non solo la cartina dell’Europa che rappresenta ormai il mondo di ieri, con le sue aspirazioni del vorrei ma non posso, che ricordano stagionate zitelle, con le sue liti condominiali tra invecchiati inquilini, che godono al solo pensiero di rispondere ad un vecchio sgarbo con una nuova scortesia, con politici furbastri che si ostinano a credere che con roboanti discorsi sul futuro europeo avranno maggior ascolto e fortuna che discettando solo di problemi domestici.

Interpreta, in modo quanto più neutrale, la fotografia del mappamondo: fondamentalmente, rileva tre grandi imperi che, in quanto tali, praticano una politica imperiale che incorpora, oltre a strumenti ed elementi politici, economici e militari, una visione e una struttura di penetrazione culturale che la rendono simile e, allo stesso tempo, alquanto distante dagli imperialismi del XX secolo.

Le future relazioni dell’Europa con Usa, Cina e Russia, per Olita, sono strettamente interconnesse; ad esempio, considerando il probabile peggioramento dell’asse Washington-Bruxelles, dovuto anche alla crisi della Nato su cui sembra spingere lo stesso Trump e alla sua convinzione di rivisitare i rapporti con Putin, l’Europa, se ne sarà in grado, dopo le elezioni del 26 maggio dovrà necessariamente, pena un’ulteriore perdita di ruolo, approntare una strategia di ampio respiro, capace di evitarle un isolamento funzionale allo scenario della politica globale.

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Illusione della Libertà

Certezza della Solitudine

Senza bisogno di voler sembrare nuovo

di Vincenzo Olita

Auditorium San Carlo Corso Matteotti, 14 - Milano

MM San Babila

Martedì 28 maggio 2019 ore 17,45

NE DISCUTONO

Guido Gentili Direttore editoriale del Gruppo Il Sole 24 Ore

Sergio Romano Storico, Editorialista Corriere della Sera

INTRODUCE

Gianfranco Fabi

Giornalista Economico

PAROLE DI IERI IN UN LIBRO DI OGGI

La politica dovrebbe intendersi come dibattito, confronto, scelta e mai come strumento di gestione, giammai come occupazione dello Stato.  (maggio 1989)

Quando tutti sono onesti, quando tutti si pongono come vettori di cambiamento, proviamo l'irresistibile bisogno di ricercare i diversi, paradossalmente i disonesti.  (marzo 1992)

La politica deve significare scegliere, indirizzare, orientare. E' necessario ripristinare lo Stato di diritto, ridando autorità e stabilità alle nostre istituzioni. Occorre combattere la criminalità organizzata, intervenire sullo sfascio del debito pubblico, della sanità, dei servizi, dell'assistenza ai nostri vecchi, sul risanamento delle nostre periferie. (novembre 1992)

Come immaginiamo i rapporti, gli equilibri internazionali tra Stati Uniti ed Europa, di cui coltiviamo un'idea, al tempo stesso, retorica e bizzarra, e come immaginiamo i rapporti con la futura superpotenza cinese?  (gennaio 2004)

Sul versante della competitività si alternano le coalizioni governative, si susseguono i ministri, ma immobilità, peso e costo della burocrazia sono il migliore indicatore di quanto sia costante l’inefficacia dell’azione politica. (maggio 2007)

Se liberalizzare deve significare apertura al mercato, concorrenza, calo delle tariffe e maggiore soddisfazione degli utenti, questo non è il caso dell’intricato nodo delle concessioni autostradali. Qui, il fallimento della regolazione, soprattutto tariffaria, e l’inesistenza di gare riportano ad un regime di concessioni eterne, tutto a discapito dell’interesse generale su cui la politica, nella sua totalità, ha delle precise responsabilità. (marzo 2015)

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