Lo sciopero della fame della giornalista precaria del 'Corriere' inguaia De Bortoli...

IL CASO/ Lo sciopero della fame della giornalista precaria del Corriere Paola Caruso va avanti, fa il giro del web e mette nei guai il direttore Ferruccio De Bortoli che interviene: "Sono pronto a incontrarla, ma smetta lo sciopero della fame". Nel frattempo, il cdr del quotidiano di via Solferino e la Fnsi chiedono spiegazioni. E intanto, grazie al passaparola sui social network, la Caruso per molti diventa il simbolo dei giornalisti precari italiani e, più in generale, di tutti i precari del nostro Paese: "So che non varcherò più la soglia del Corriere (i colleghi mi avevano avvisata) e che non troverò posto in altri giornali (chi si prende una piantagrane?). Nel mondo della comunicazione sono bruciata. Se nessuno ha mai fatto un gesto come il mio è perché nessuno è disposto a pagare un prezzo troppo alto. Questa protesta è frutto della disperazione e deve portare a delle conseguenze. L’obbiettivo è ribellarsi al sistema che ci tiene sotto scacco, cambiare le regole. Da sola non posso farlo...". Ma non tutti i precari la pensano allo stesso modo...SCOPRI TUTTI I PARTICOLARI

Martedì, 16 novembre 2010 - 08:35:00

LA POSIZIONE DI
DE BORTOLI

Così il direttore del Corsera in una nota: “La collega Paola Caruso è titolare di un contratto di collaborazione che scade nel prossimo aprile. In questo periodo, perdurando lo stato di crisi, non è stata fatta alcuna assunzione e la sua protesta non ha alcun fondamento. La situazione alla quale si riferisce riguarda sempre un contratto di collaborazione accordato, alcuni giorni fa, a un giovane giornalista (che nessuno ha raccomandato) in sostituzione di un altro collaboratore passato a fondare un sito on line. Non ho mai ricevuto dalla collega la richiesta di un colloquio. Se lo farà, la riceverò volentieri, come faccio con tutti. Apprendo dalla valanga di proteste e insulti on line di essere diventato un persecutore di precari. Prego la collega Caruso di smettere lo sciopero della fame e di ritrovare serenità e misura”.

MICHELA MURGIA: "ECCO PERCHE' STO CON PAOLA..."

La scrittrice sceglie Affaritaliani.it per dire la sua sulla storia di Paola Caruso, giornalista precaria del Corriere della Sera in sciopero della fame per protestare contro il comportamento dell’editore e della direzione che considera vessatorio nei suoi confronti. E ci scrive: "Non ho dubbi su da che parte stare: quando un sistema ti usa per quel che servi e fa finta di non vedere quello che invece serve a te, tutti i mezzi legali sono leciti per farglielo notare, anche quello che sta scegliendo Paola". Poi aggiunge: aggiunge: "Anche al Corriere avranno fatto una riunione per decidere come sistemare la questione di quelli come Paola. Magari quando finiscono ci avvisano. Forse. Se non c’è la crisi"...

ED E' POLEMICA
SUL WEB

Matteo Bordone, giornalista, conduttore radiofonico e blogger cult, sul suo "Freddy Nietzsche" attacca la protesta di  Paola Caruso: "Il suo è un gesto misero e narcisistico, non merita solidarietà". E sui social network non sono pochi quelli che la pensano come lui... LEGGI QUI

paola caruso corriere della sera
Paola Caruso

Il simbolo dei giornalisti precari italiani? Di più: il nuovo simbolo del precariato giovanile nel nostro Paese. Ma non tutti la pensano allo stesso modo (anche tra gli stessi precari), e sui social network i pareri sono discordi (vedi box a destra, ndr).

In ogni caso, grazie al passaparola sul web, lo sciopero della fame (che va avanti da tre giorni) di Paola Caruso, giornalista professionista, da sette anni collaboratrice del Corriere della Sera, per protestare contro il comportamento dell’editore e della direzione che considera vessatorio nei suoi confronti, ha spinto Ferruccio De Bortoli a risponderle: "Non ho mai ricevuto dalla collega Paola Caruso la richiesta di un colloquio. Se lo farà, la riceverò volentieri, come faccio con tutti. Prego la collega Caruso di smettere lo sciopero della fame e di ritrovare serenità e misura". Nel frattempo, il Cdr del Corriere ha reso noto di aver chiesto un incontro urgente con la direzione per discutere la vicenda (LEGGI IN FONDO). E anche l'Fnsi si sta occupando del suo caso.

Intanto,

de bortoli 420
De Bortoli
Paola Caruso continua a raccontare di ora in ora la sua storia (e il suo sciopero della fame) sul blog http://paolacars.tumblr.com/ (se il link non funziona, riprovare; ndr) Così lei stessa spiega la sua situazione: "La storia è questa: da 7 anni lavoro per il Corriere e dal 2007 sono una co.co.co. annuale con una busta paga e Cud. Aspetto da tempo un contratto migliore, tipo un art. 2. Per raggiungerlo l’iter è la collaborazione. Tutti sono entrati così. E se ti dicono che sei brava, prima o poi arriva il tuo turno. Io stavo in attesa.  La scorsa settimana si è liberato un posto, un giornalista ha dato le dimissioni, lasciando una poltrona (a tempo determinato) libera. Ho pensato: “Ecco la mia occasione”. Neanche per sogno. Il posto è andato a un pivello della scuola di giornalismo. Uno che forse non è neanche giornalista, ma passa i miei pezzi.  Ho chiesto spiegazioni: “Perché non avete preso me o uno degli altri precari?”. Nessuna risposta. L’unica frase udita dalle mie orecchie: “Non sarai mai assunta”. Non posso pensare di aver buttato 7 anni della mia vita. A questo gioco non ci sto. Le regole sono sbagliate e vanno riscritte. Probabilmente farò un buco nell’acqua, ma devo almeno tentare. Perché se accetto in silenzio di essere trattata da giornalista di serie B, nessuno farà mai niente per considerarmi in modo diverso". Ieri la giornalista ha pubblicato questo post: "So che si sta lavorando sul mio caso e che sto a cuore a molte persone. Vorrei che la mia voce diventasse la voce di tutti i precari, per ottenere risultati per me e per gli altri.  La comunità Internet si è mobilitata e mi sostiene. So che esiste una Commissione parlamentare che si occupa di freelance per indagare sulla situazione e cercare di raddrizzare ciò che va storto. Si parlerà del mio caso anche lì, forse.  Per il momento vado avanti".

E, sempre ieri, ha inviato la seguente lettera al direttore del Corriere De Bortoli: "Caro Direttore, in questo momento mi sento un topolino che si rivolge a un gigante. Ho letto le sue dichiarazioni in merito alla mia vicenda. In realtà le avevo scritto una mail per avvertirla della mia forma di protesta, ma capisco che può esserle sfuggita. Forse mi sono sbagliata sul tipo di contratto della new-entry, mi fa piacere sapere che i nuovi co.co.co. abbiano accesso al desk. A me non risulta.  Quando ho iniziato questa protesta, circa 48 ore fa, non mi aspettavo di suscitare tanto clamore. Ok, ci speravo, lo confesso. L’esasperazione che ho provato quando ho capito che al Corriere non sarei stata mai assunta non è solo mia. Lo stesso disagio coinvolge tutti i colleghi precari, non solo di via Solferino.  Con una scelta forte ho pensato di sollevare il problema per portarlo all’attenzione pubblica. E’ emozionante constatare che è andata così: la Rete ha diffuso il mio messaggio, il Cdr del Corriere si è occupato del mio caso, l’Fnsi ha pubblicato la notizia sul sito e altri giornalisti, precari e non, hanno espresso solidarietà.  Ora mi è stato comunicato che questi soggetti forse prenderanno posizione nei prossimi giorni. Il loro punto di vista servirà a far luce sui dettagli, spero. Ma soprattutto a sviluppare il dibattito su questi temi, a me molto cari.  I migliori saluti". Stamattina la Caruso si è lasciata andare all'amarezza: "Sciopero della fame, terzo giorno. Ieri è stata una giornata dura. La risposta del direttore e le tante critiche mi hanno demoralizzata. Sono passata per la cretina di turno. Si è dubitato della mia buonafede.  Della mia storia cos’è poco chiaro? Il fatto che ambissi a un contratto migliore o che non mi immagino precaria a vita?  So che non varcherò più la soglia del Corriere (i colleghi mi avevano avvisata) e che non troverò posto in altri giornali (chi si prende una piantagrane?). Nel mondo della comunicazione sono bruciata. Se nessuno ha mai fatto un gesto come il mio è perché nessuno è disposto a pagare un prezzo troppo alto.  Questa protesta è frutto della disperazione e deve portare a delle conseguenze. L’obbiettivo è ribellarsi al sistema che ci tiene sotto scacco, cambiare le regole. Da sola non posso farlo".

IL CDR DEL CORRIERE DELLA SERA HA INVIATO OGGI QUESTA LETTERA

Cari colleghi,
 Al direttore Ferruccio De Bortoli 
al condirettore Luciano Fontana
ai dottori Giulio Lattanzi,Vito Ribaudo, Roberto Lorenzi

Abbiamo appreso da fonti esterne al giornale, che non abbiamo avuto modo di verificare, che Paola Caruso, collaboratrice dell’inserto Corriere Economia, ha divulgato su Facebook l’avvio di uno sciopero della fame per protesta contro l’assunzione al Corriere di un altro collaboratore proveniente da una scuola di giornalismo. Poiché non c’è stata alcuna richiesta di ‘deroga’ dalle regole sullo Stato di crisi da parte vostra, immaginiamo che si tratti di un contratto di collaborazione, ma anche su questo sarebbe comunque necessario fare chiarezza, perché l’uso smodato di collaboratori crea illusioni nei colleghi e distorsioni nel lavoro. Il Cdr si è attivato per contattare direttamente la collega e affrontare insieme la situazione, per tutelarne la salute e i diritti. Il contratto in questione sarebbe mirato a realizzare parti del canale Internet dedicato all’Economia. E come sai i nostri accordi impediscono a chiunque non sia assunto di accedere al nostro sistema editoriale, sia quello dell’edizione cartacea sia quello online.   Non sappiamo se tutto ciò, o solo una parte di questo, corrisponda al vero, ci preme però fare chiarezza al più presto. Sottolineiamo che Cdr, Direzione e Azienda sono impegnati da un mese e mezzo in una complessa vertenza per allargare i contenuti multimediali e l’offerta online del Corriere della Sera. La trattativa si è finalmente aperta su richiesta della Direzione dopo che per 4 anni le domande di Cdr e Redazione sul futuro multimediale del Corriere erano state puntualmente ignorate.  Per noi non sarebbe accettabile, che proprio mentre si discute ad un tavolo sindacale su come realizzare i futuri canali Internet del Corriere, questi vengano appaltati all’esterno scavalcando ogni trattativa e con modalità assolutamente discutibili. Chiediamo un incontro urgente sia alla direzione sia all’azienda per fare chiarezza su questa vicenda che, se confermata, anche dal punto di vista umano e non solo sindacale, ha risvolti dolorosi e inquietanti.
Il Cdr

 

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