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Nomine Rai, il Governo M5s-Pd regge ma a Viale Mazzini regna ancora Salvini

Sospiro di sollievo nella maggioranza: il Governo M5s-Pd presieduto da Giuseppe Conte riesce a superare lo scoglio parlamentare e incassa la fiducia sul MES alla Camera e al Senato. L'Esecutivo giallo-rosso - cui nessuno prospettava l'arrivo a Natale - mangerà dunque il panettone, in attesa dell'altro ostacolo delle elezioni in Emilia-Romagna e in Calabria previste per il 26 gennaio 2020. Ma Conte ha tempo per pensarci, malgrado i grillini rischino di disgregarsi ulteriormente. 

Lo spauracchio del ritorno di Matteo Salvini al Governo - pezzo di scotch che appiccica le varie componenti governative quali Pd, M5s, Italia Viva di Matteo Renzi e Leu - è dunque ulteriormente rinviato. Ma se il leader della Lega non governa a Palazzo Chigi, vi è un luogo nel quale regna praticamente sovrano. La Rai.

Per la prima volta nella Storia, Viale Mazzini è di fatto saldamente in mano a un partito di Opposizione mentre la Maggioranza resta a bocca asciutta, o almeno alcune sue parti. L'Amministratore Delegato Fabrizio Salini in quota M5s dev'essersi infatti affezionato oltremodo al Governo Giallo-Verde che lo ha collocato sulla sua strapagatissima poltrona perché, malgrado l'Esecutivo penta-leghista sia caduto fin dall'agosto scorso, i rapporti di forza alla Rai sono rimasti immutati. 

Salvini ha attualmente in mano la Presidenza Rai con Marcello Foa; Rai1 con la direttrice Teresa De Santis; il Tg2 con Gennaro Sangiuliano; il Tgr con il suo dispiego di milleduecento giornalisti sul territorio italiano diretti da Alessandro Casarin e condiretti da Roberto Pacchetti, entrambi di Varese ed entrambi in quota Carroccio; RaiSport con Auro Bulbarelli; Rai Radio Uno e il Giornale Radio Rai presieduti da Luca Mazzà. Al Governo attuale restano invece gli spicci: la direzione di Rai3 con Stefano Coletta (quota Pd ma anche M5s per la sua vicinanza a Vincenzo Spadafora); il Tg1 di Giuseppe Carboni (M5s) e il Tg3 di Giuseppina Paterniti (M5s); Rai2 attualmente senza una guida è in mano ad interim a Salini. In soldoni, il Pd di Nicola Zingaretti non tocca praticamente palla e i renziani sono del tutto fuori dai giochi. 

Dopo aver strombazzato, fin dallo scorso settembre, nuove nomine che andassero a riequilibrare in Rai la situazione istituzionale, a metà dicembre permane tutto fermo come preda di un incantesimo. A Viale Mazzini sostengono che Salini abbia timore che, dopo le elezioni di gennaio, Salvini possa tornare a Palazzo Chigi e che, forte di nuovi poteri, il Leader leghista possa rimuovere l'Ad Rai dal suo posto. Quindi - per non inimicarsi il Capitano con nuove nomine che gli tolgano potere - Salini tergiversa, tentenna, rinvia, procrastina, come probabilmente farà anche nel prossimo CdA previsto per il 19 dicembre, quando dovrebbe almeno sistemare la questione Rai2, al momento senza un direttore e preda di una crisi di ascolti mai vista. Ma è alquanto probabile che egli rimandi ancora una volta il tutto a gennaio, con buona pace del Pd e di Italia Viva, le cui pressioni non sortiscono il minimo effetto. Con Salini, insomma, Salvini può dormire sonni tranquilli: sia che la Lega governi a Palazzo Chigi sia che sieda nei banchi dell'Opposizione, la Rai resta comunque in mano al Capitano. Forse ancor più di prima. 

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