Rai, Carlo Verdelli si è dimesso. Bocciato il piano news
Rai, cda diviso
Si è dimesso il direttore editoriale per l'offerta informativa Rai Carlo Verdelli. La decisione di rassegnare il mandato è stata presa dopo un acceso consiglio d'amministrazione in cui buona parte del suo progetto era stato bocciato buona parte del suo progetto di riorganizzazione dell'informazione e dopo l'incontro con il direttore generale Rai, Antonio Campo dall'Orto.
Il suo piano di riforma del sistema delle news (il trasferimento del Tg2 a Milano, le macroregioni, l'integrazione tra Rainews e Tgr) è stato sostanzialmente bocciato, "accantonato" come avevano riferito alcuni consiglieri al termine dei lavori. Un piano naufragato oggi al secondo confronto in cda sull'ipotesi di riforma messa sul tavolo lo scorso dicembre. I consiglieri avevano detto che Campo Dall'Orto si sarebbe occupato di una "rivisitazione" sulla base delle indicazioni proposte dagli stessi consiglieri nel corso del dibattito. E alla luce anche - "e comunque", viene sottolineato - del lavoro svolto dal team-Verdelli. Ma di sicuro c'è che "quel piano non esiste più, è stato giudicato incompatibile" con quello che invece si vuole in fatto di informazione Rai.
Secondo indiscrezioni, in cda nessun consenso netto è stato speso per l'ipotesi di piano formulata, si è riproposta quindi una situazione come quella del 22 dicembre, quando lo stesso Verdelli aveva rilevato questa 'diffidenza' marcata. E oggi è apparso chiaro che il piano così com'era stato impostato non aveva alcuna possibilità di passare. E quindi in attesa che arrivi la convenzione Stato-Rai (si tratta della concessione di servizio pubblico che è scaduta lo scorso maggio e che ora va avanti in prorogatio) si lavorerà in maniera continua per "rivisitare" punto per punto il piano e "riscriverlo".
I capisaldi saranno almeno quattro: informazione digitale. Informazione di flusso. Informazione da parte di tg e reti, con il necessario coordinamento tra loro. Informazione per l'estero, per le comunità italofone. Da tutti i consiglieri la sottolineatura che l'informazione, il sistema news, è centrale per la Rai, e deve avere indici di garanzia assoluta di pluralismo. Nelle prossime settimane il cda, dove viene espressa volontà di dare corpo a una fortissima innovazione, è chiamato quindi a verificare quali e quante cose si possono fare in tempi brevi, e peraltro capire su quali risorse finanziarie poter contare. In una parola, il piano dev'essere "sostenibile". Esattamente il contrario di quello finora preso in esame.
Il consigliere di amministrazione renziano, Guelfo Guelfi, smonta la ricostruzione di chi parla di piano accantonato. "Nel cda - afferma - c'è una componente che osteggia il piano-Verdelli ma la discussione è stata presa in mano dal dg che assume la titolarità dell'argomento e prevede una revisione a partire dalla gerarchia delle forme attuative del piano. Il deputato del Pd e membro della Commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, commenta: "Adesso chiedano scusa in prima battuta agli italiani per non aver applicato il piano Gubitosi e fatto perdere un risparmio di 70 milioni in un anno garantendo efficienza e dinamismo". Il consigliere Rai Arturo Diaconale ha presentato un suo contro-piano, mentre il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, chiede: "Chi pagherà per la struttura inutile?".
"Altro atto del conflitto aperto all'interno dei vertici Rai. Tutto sulla pelle della Rai Servizio Pubblico. Siamo ormai a metà mandato e questo vertice non ha prodotto alcun piano di riforma. Ha solo demolito quelli esistenti e anche quelli che ha commissionato", sottolinea l'Usigrai. "Siamo ormai in emergenza. Chiediamo un intervento urgente - continua il sindacato dei giornalisti della tv pubblica - alle istituzioni e alle autorità di vigilanza e garanzia, che auspichiamo di incontrare presto".