Rai/ "Via la politica da viale Mazzini? Una risata vi seppellirà. Le trattative per la nuova governance? Se ci sono avvengono in segreto, sottobanco". Sandro Curzi parla con Affari
Sulla Rai tra Pd e PdL sembra proprio che ci sia una inattesa luna di miele. Il probabile via libera sul nome di Leoluca Orlando per la presidenza della Commissione di Vigilanza, avrebbe fatto partire nuove trattative su più fronti. Sul nome di Stefano Parisi direttore generale, rilanciato nei giorni scorsi dal sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani, sembra esserci un sostanziale via libera da parte dell'entourage veltroniano. Come pure per Pietro Calabrese alla presidenza. Ma c'è di più, le recenti dichiarazioni di Romani in merito alla necessità di un dg forte e di un'azienda da cui la politica resti fuori, come risulta ad Affari, sono state apprezzate da Veltroni. E del resto, almeno a parole, si tratta di un chiaro avvicinamento alle posizioni espresse dal leader del Pd: amministratore unico e nomine svincolate dall'appartenenza politica. Su questo tema Affari ha contattato Sandro Curzi, consigliere Rai e uomo di lungo corso all'interno dell'azienda.
E' vero che tra Pd e PdL c'è un accordo, o almeno una trattativa, per dare un nuovo assetto, più libero dalla politica, alla Rai?
"Se trattativa c'è, questa è molto segreta, sottobanco. Fatta solo di incontri di vertice, senza sentire gli addetti ai lavori, i massimi dirigenti, quelli che poi alla Rai devono lavorare tutti i giorni. Nessun esperto di tv è stato coinvolto in questi presunti incontri sulla Rai. Insomma, una cosa così, un po' giocando al gatto col topo... Cammino per i corridoi e capita che mi si chieda: "Ma per caso sai che cosa succede alla Rai?". Tutto così, molto triste"
E chi è il gatto e chi il topo tra Berlusconi e Veltroni?
"Questo è il punto, non si capisce bene"
Ma è d'accordo sull'idea di tenere la politica fuori da viale Mazzini?
"Ma cosa significa tenere fuori dalla Rai la politica? Bisogna fare in modo che la brutta politica,
quella degli interessi di Berlusconi, di Veltroni o di chicchessia, dei giochi di piccolo cabotaggio non influenzi scelte importanti. Ma per il resto le grandi aziende devono essere gestite da chi ha idee, gusti, riferimenti culturali e politici. Serve gente impegnata, insomma, ma non faziosa. E poi se bisogna fare delle nomine di un qualche rilievo, preferisco sempre che sia il Parlamento a farle, piuttosto che altri enti o fondazioni di sorta. Ricordo quello che successe con la Rai dei professori, che voleva sostituire la Rai della politica. Di fatto i professori avevano tutti un'appartenenza politica, ma non erano esperti di tv. E non gestirono bene l'azienda".
Per lei cosa bisogna fare?
"L'azienda deve essere l'espressione della cultura italiana, bisogna accogliere le idee di tutti".
Ma questo nella pratica ha portato alla lottizzazione e a tutti i suoi mali...
"Eh, lo so. Questo è il grande problema italiano. Ma non dobbiamo dimenticare il ruolo di questa azienda che è stata, e per molti aspetti è ancora, uno dei principali soggetti televisivi d'Europa. La Rai è ricca di professionalità e per fortuna ha i conti in regola. Altrimenti con tutti i nemici che ha sarebbe ridotta come Alitalia. Insomma cerchiamo di non rovinare tutto".
E' d'accordo con l'idea di un dg forte o dell'amministratore unico lanciata da Veltroni?
"Si può discutere su tutto, ma non credo alle favole, ai personaggi capaci di risolvere ogni situazione. Ne ho visti tanti fallire alle Ferrovie, all'Alitalia...".
Quindi no al grido "Via la politica dalla Rai"...
"Mi sembra un'idea così vecchia e ridicola che spero sia seppellita da una risata. Anche perchè molti di quelli che si professano contro la politica, poi trattano per avere un posto da vice usciere al primo piano..."
Luca Vaglio



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