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Rete unica, Vodafone non ci sta: "No al ritorno al monopolio"

"In Italia, il governo sta spingendo verso un'effettiva rinazionalizzazione e ri-monopolizzazione, un approccio che non e' positivo per i consumatori e per il benessere dell'economia digitale in Europa". Lo scrive il Ceo di Vodafone, Nick Read, in un articolo su Politico ripreso da Key4Biz. "Con l'Europa sempre piu' connessa digitalmente per via del Covid-19, l'Ue non deve sbagliare la sua strategia per le infrastrutture digitali", sottolinea Read, che aggiunge: "Il governo cerca un modo per consolidare la rete fissa di Telecom Italia, ex monopolista statale, con OpenFiber, proprietaria di una rete in fibra esclusivamente wholesale-only. Cio' lascerebbe i potenziali fornitori di banda larga fissa con un solo vendor di accesso all'ingrosso alla rete, ancora una volta Telecom Italia.

I clienti all'ingrosso di OpenFiber, compresa Vodafone, dovrebbero competere con le offerte di banda larga fissa al dettaglio di Telecom Italia senza altra opzione che acquistare l'accesso all'ingrosso sempre da Tim". Il Ceo di Vodafonechiede "semplicemente l'opportunita' di continuare a competere in condizioni di equita' e correttezza". 

Rete Unica, analisti: "Non c'è rischio di monopolio"

AccessCo è sotto i riflettori in Europa, con Vodafone che teme il ritorno al monopolio ma lo schema del coinvestimento, alla base del progetto studiato da Tim con Cdp, e subito allargato a Kkr, Fastweb e Tiscali, è già stato sperimentato con successo (anche se in forma 'chiusa' mentre quello italiano sarebbe aperto a tutti gli operatori) in Spagna e Portogallo. La stessa Vodafone, che in Italia vorrebbe stoppare il progetto in Spagna ha partecipato a co-investimenti con Telefonica, con Orange e con Mas Movil, ricorda un report di Cullen International e quel modello ha portato al raddoppio della fibra in 5 anni. Anche il Think Tank Ambrosetti insieme all'ex commissario Viviane Reding ha studiato il modello del co-investimento, arrivando alla conclusione che, al contrario del monopolio, si tratta di "uno schema competitivo che permette di mantenere la concorrenza infrastrutturale e ottimizzare gli investimenti degli operatori stimolando l'innovazione nella rete" con esempi oltre che in Spagna e Portogallo anche in Francia e Germania e ora inserito anche nel nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche (articolo 76). Per accedere ai vantaggi regolamentari stabiliti dal Codice, il co-investimento deve però essere "aperto" a tutti gli operatori in qualsiasi momento, come previsto già nel Memorandum firmato tra Tim e Cdp che invita a condividere il rischio d'impresa con l'obiettivo comune di portare la fibra nelle aree nere e grigie , ovvero 65%-80% aree abitative italiane. Ma soprattutto, è l'altra faccia del progetto, a portare clienti in modo che l'infrastruttura si riempia subito di servizi aggiunti e tecnologia.

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