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Medicina
Cancro al seno, il rischio è maggiore con qualsiasi contraccettivo ormonale

Tutti i contraccettivi ormonali comportano un lieve aumento del rischio di cancro al seno, comprese popolari pillole a base di solo progestinico

Nessuno vuole sentirsi dire che qualcosa che sta assumendo aumenterà il rischio di cancro al seno. Ma il problema esiste. "In media, il 44% delle donne con carcinoma mammario e il 39% dei controlli abbinati avevano una prescrizione contraccettiva ormonale, con circa la metà delle prescrizioni per preparazioni a base di solo progestinico", afferma lo studio pubblicato martedì sulla rivista PLOS Medicine che colma una lacuna della ricerca indagando il legame tra cancro al seno e contraccettivi a base di solo progestinico.

Tradotto: tutte le forme di controllo delle nascite con i contraccettivi ormonali comportano un aumento del rischio di cancro al seno nelle donne, anche se lieve, compresi i metodi sempre più utilizzati a base di solo progestinico (sostanza naturale o sintetica che produce sull'organismo effetti simili a quelli del progesterone). La pillola progestinica o mini-pillola è un metodo contraccettivo di ultima generazione.

Lo studio ha analizzato i dati di quasi 10.000 donne nel Regno Unito, persone di età inferiore ai 50 anni o a cui è stato diagnosticato un carcinoma mammario invasivo tra il 1996 e il 2017, più oltre i 18.000 casi di donne che non hanno avuto un carcinoma mammario. “Una scoperta sconcertante nell'attuale analisi”, sottolinea lo studio, “tuttavia, è l'eccesso di rischio di cancro al seno associato all'uso di IUD contraccettivi a rilascio di progestinico, che è di entità simile ai rischi in eccesso riscontrati per orali e per altri progestinici parenterali”.

Questo leggero aumento del rischio di cancro al seno deve tuttavia essere messo in prospettiva di fronte ai benefici derivanti dalla contraccezione, compresa la protezione fornita contro altri tipi di cancro, sottolineano i ricercatori. I contraccettivi orali forniscono effettivamente una protezione piuttosto sostanziale e a lungo termine da altri tumori femminili, come il cancro alle ovaie e il cancro dell'endometrio.

L'aumento del rischio di cancro al seno era già ben noto per i metodi contraccettivi che combinano progestinico ed estrogeno. Ma mentre l'uso di metodi contenenti solo un progestinico è in aumento da anni, finora poco lavoro si è concentrato sul loro effetto specifico sul rischio di cancro al seno.

Secondo questo nuovo lavoro, le donne che usano la contraccezione ormonale hanno un rischio di sviluppare il cancro al seno aumentato di circa il 20-30%, indipendentemente dalla modalità di somministrazione (pillola, IUD, impianto o iniezione) o dalla formula utilizzata (solo estrogeni o progestinici). Questo tasso è simile a quello che di lavori precedentemente pubblicati, compreso un ampio studio del 1996.

"Anche se questo (studio) conferma un aumento, non vogliamo che le donne smettano improvvisamente di prendere i contraccettivi a causa di ciò, e non c'è alcuna indicazione in questi risultati che le donne debbano necessariamente cambiare il loro contraccettivo o fare qualcosa di diverso", ha detto una delle autrici dello studio, Gilliam Reeves, in un’intervista a una rivista specializzata. "Questi nuovi tipi di contraccettivi sembrano comportarsi in modo molto simile agli altri, in termini di effetti sul rischio di cancro al seno".

Per dare un'idea più dettagliata di che cosa comporti, i ricercatori hanno calcolato il numero di ulteriori casi di cancro al seno coinvolti, sapendo che i rischi di sviluppare la malattia aumentano davvero con l’avanzare dell'età. Nel caso di contraccezione ormonale presa per cinque anni tra i 16 e i 20 anni, il numero di donne che svilupperanno il cancro al seno su 100.000 sarà di 8. Un numero molto basso. Preso tra i 35 e i 39 anni, abbiamo 265 casi aggiuntivi di cancro al seno ogni 100.000 donne.

Inoltre, lo studio conferma, come altri hanno fatto prima, che l'aumento del rischio di cancro al seno legato alla contraccezione ormonale è transitorio, cioè diminuisce negli anni successivi quando la contraccezione viene interrotta. “L’aumento del rischio - spiega l’analisi - nelle utilizzatrici diminuisce dopo 10 anni o più dalla cessazione dell'uso”.

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cancro senocontraccezione ormonalemaggioreregno unitorischiostudio




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