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Parkinson, è lombarda la ricerca sulle super cellule in grado di contrastarlo
Cellule di controllo e cellule mutate nel gene OPA-1 decorate con il marcatore mitocondriale Mitotracker. A dimostrazione un alto livello di frammentazione mitocondriale nelle cellule mutate nel gene OPA-1

Parkinson, è lombarda la ricerca sulle super cellule in grado di contrastarlo

La malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa più diffusa e con il graduale invecchiamento della società c’è da aspettarsi che arriverà a colpire sempre più persone. Sfortunatamente a oggi, non esistono cure per contrastare la formazione e il graduale sviluppo del morbo, ma tanto si è fatto e si può ancora fare per intervenire sui sintomi.

È con l’obiettivo di trovare delle risposte e delle soluzioni quanto più possibile innovative ed efficaci che nasce il progetto di ricerca iPSLight che punta a sviluppare cellule staminali umane riprogrammate. Il nome del progetto prende spunto proprio da queste cellule dette iPSC, acronimo di induced pluripotent stem cell. Si tratta di cellule di pazienti affetti da malattie neurodegenerative che analizzate ed elaborate permettono di individuare le differenze tra cellule sane e malate e i meccanismi coinvolti nell’insorgenza del Parkinson. Grazie a queste cellule sarà possibile fornire tutta una serie di indicazioni fondamentali nella ricerca farmaceutica al fine di realizzare dei farmaci all’avanguardia. In questo modo non solo sarà possibile sapere sempre di più di questo temibile morbo, ma si riuscirà anche a migliorare la qualità della vita di chi ne soffre.

Stiamo parlando di un progetto tutto lombardo che rappresenta una vera e propria rivoluzione nella biomedicina moderna: riprogrammare cellule somatiche umane in cellule umane pluripotenti permette infatti di generare neuroni umani da pazienti e di modellare in vitro le patologie neurodegenerative. 

Dietro a iPSLight non poteva che esserci un team straordinario composto da imprese, centri di ricerca e università. Capofila del progetto è Axxam, a cui si affiancano BioRep, IMS, l’Università Vita-Salute e l’Istituto delle Neuroscienze del CNR. A questo partenariato d’eccellenza, si affianca l’Assessorato Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia che ha contribuito al sostegno economico di iPSLight con un finanziamento di circa 2,8 milioni di euro su un valore totale del progetto di 5 milioni di euro: fondi POR – FESR 2014-2020 stanziati nell’ambito degli “Accordi per la ricerca e l’innovazione”.

“Avere l’opportunità di partecipare a questo programma regionale – spiega il dottor Andrea Faedo, responsabile scientifico del progetto - ha avuto una grossa importanza per attivare il progetto. Il contributo è stato determinante soprattutto per la parte di ricerca e sviluppo. Riuscire a creare dei gruppi di ricerca, anche molto diversi tra loro, non è sempre facile o possibile e talvolta sono proprio le disponibilità finanziarie a rendere difficoltosa la collaborazione tra realtà diverse. In questo caso abbiamo avuto la possibilità di unire competenze diverse e farle interagire tra loro”.

Il progetto si avvia al momento verso la fase finale e risultati ottenuti sono già sorprendenti. A questo si aggiunge il fatto che iPSLight ha creato opportunità di lavoro nelle aziende partner per menti intraprendenti e brillanti, oltre a rendere possibile lo stanziamento di assegni di ricerca che stanno permettendo a giovani ricercatori di dare il loro prezioso contributo al settore biotecnologico lombardo. Un modo per tenersi ben stretti i tanti, troppi, cervelli spesso costretti ad andarsene all’estero.

 

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