Aler, la vera partita è a dicembre. Gadola subcommissario? Inside

di Fabio Massa
"E' una cayenna, qui sono tutti affamatissimi". E' con una metafora forte che - nel day after - è descritto il consiglio regionale sulla vicenda Aler. Perché la vicenda delle case popolari fa gola a molti. E in molti, moltissimi, si agitano. All'opposizione, come è ovvio. Ma anche in maggioranza: ognuno vuole il suo strapuntino. Intanto, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, dalla Regione sono in corso ambasciate forti nei confronti di Palazzo Marino. L'idea è di cercare la condivisione sull'ex prefetto Lombardi. Una strada difficile, però, visti gli attacchi a palle incatenate già ieri di praticamente tutto l'arco della sinistra milanese, e oggi della pasionaria in giunta Carmela Rozza. Tuttavia, a motivare ancora gli uomini di Maroni e Mantovani nella ricerca dell'accordo, c'è il fatto che il sindaco Giuliano Pisapia non ha proferito parola. Da che cosa si capirà se c'è ampia condivisione oppure rottura? Secondo fonti di Affari se in giunta - programmata per oggi pomeriggio alle 14 - verrà portato solo il nome del commissario Lombardi in qualità di commissario unico, e non si farà neppure cenno alla possibilità di nominare (successivamente) due subcommissari, allora significherà che dal Comune c'è stato il via libera, il nulla osta. In caso contrario, vuol dire che non c'è la piena condivisione e che si potrebbe arrivare ad altre nomine. Su tutti, il nome che gira è quello di Luca Beltrami Gadola, già oggi in Aler Milano proprio in rappresentanza del Comune, che dovrebbe fare il subcommissario. Un altro nome spetterebbe al Pdl. Altro scoglio: i compensi. Di fatto, quello dei subcommissari sarebbe un incarico praticamente pro-bono, gratuito. E con tante, troppe grane, anche legali. Insomma, la situazione è complicata.
Dal gioco, però, se ne stanno fuori i big di Lega e Pdl. Il motivo è semplice? I giochi veri si faranno il 31 dicembre, quando scadrà la gestione commissariale, e verrà fatta la grande riforma. In quel momento scadrà, ad esempio, l'interim di Domenico Ippolito, il direttore generale che - secondo alcuni - potrebbe essere chiamato per la sua competenza ad un interim decisamente più lungo. Ma saranno in scadenza anche contratti dirigenziali come quello di Marco Osnato. La vera partita si giocherà allora. Per adesso, sono solo briciole.
@FabioAMassa