Altitonante, interrogatorio davanti a gip: "Non ho preso soldi illeciti"
Per oggi sono previsti gli interrogatori di altri esponenti politici coinvolti nella maxi operazioni anti corruzione. Tre imprenditori pronti a collaborare
Altitonante, interrogatorio davanti a gip: "Non ho preso soldi illeciti"
"Non ho preso neppure un euro di finanziamento illecito". Così l'ex sottosegretario azzurro della Regione Lombardia Fabio Altitonante, si è difeso davanti al gip di Milano Raffaella Mascarino che l'ha interrogato nell'inchiesta su tangenti e appalti pubblici. "Altitonante ha risposto alle domande del giudice - spiega il suo difensore Luigi Giuliano - ha chiarito e dato la sua versione dei fatti respingendo le accuse di corruzione e di violazione della legge sul finanziamento dei partiti". Gli inquirenti ritengono che la tangente - sotto forma di soldi per la sua campagna elettorale - sia legata al suo interesse per una pratica edilizia. "Non c'è nessuna mazzetta da 20 mila euro, ci sono delle somme versate per la campagna elettorale che non si riferiscono alla campagna elettorale del consigliere Altitonante. E lui non ha fatto nessun tipo di pressione. E stata presentata richiesta di revoca della misura cautelare e attendiamo con fiducia la decisione del giudice e il parere del pubblico ministero". Quello che i pm della Dda milanese contestano come finanziamento illecito, Altitonante, attualmente ai domiciliari, l'avrebbe spiegato in altro modo: quei soldi farebbero parte della campagna elettorale di Pietro Tatarella, consigliere dimissionario del Comune di Milano e candidato alle europee, soldi con cui - come dimostrerebbero i documenti - sarebbe stato organizzato un evento di comici pugliesi prima del voto. Finanziamenti dichiarati da Tatarella e che non sarebbero serviti ad Altitonante che ha chiuso la sua corsa politica addirittura "con un surplus di 13mila euro", secondo quanto riferisce il legale al termine dell'interrogatorio. "Tatarella candidato alle politiche era il 'mandatario elettorale' di Altitonante" che cercava di entrare in Regione come consigliere lombardo, tanto che i loro nomi compaiono anche insieme su alcuni volantini in vista dell'election day del 4 marzo 2018. Altitonante respinge tutte le accuse e per difendersi meglio ha deciso, ieri, di lasciare la carica di sottosegretario. Tra una settimana la difesa potrebbe già depositare delle memorie per fare chiarezza rispetto alle accuse. "
L'avvocato Giuliano ha poi riferito che Altitonante si e' difeso anche dall'accusa di corruzione in relazione a una pratica edilizia per rilasciare il permesso a costruire un immobile a Milano favorendo Patimo, tramite la mediazione di D'Alfonso. "Non c'e' stata nessuna pressione per la licenza edilizia - dice il legale - e nessuna corruzione". Il legale ha presentato un'istanza di revoca dei domiciliari.
Patimo, no soldi illeciti ad Altitonante
Durante l'interrogatorio di garanzia, Luigi Patimo, manager della societa' spagnola Acciona Agua ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta milanese su un presunto 'giro' di corruzione, ha spiegato di non avere versato una somma di 25mila euro a titolo di finanziamento illecito al consigliere comunale di Forza Italia Fabio Altitonante. Soldi che, secondo la Procura, sarebbero stati versati in cambio dello 'sblocco' di una pratica edilizia in Comune. "Patimo ha risposto a tutte le domande del gip - hanno spiegato i suoi legali, gli avvocati Francesco Paolo Sisto e Guido Alleva - riteniamo di avere chiarito la sua posizione. Sono stati affrontati tutti gli aspetti e Patimo ha respinto ogni addebito con pacatezza". I legali hanno spiegato di essersi riservati di produrre documentazione in vista di un eventuale istanza di revoca del provvedimento cautelare. Proseguono al settimo piano del Palazzo di Giustizia gli altri interrogatori degli arrestati finiti ai domiciliari.
Tre imprenditori hanno deciso di collaborare
Risultano essere almeno tre gli imprenditori che hanno deciso di collaborare con i magistrati nell'inchiesta della Dda. Uno di loro, da quanto si è saputo, viene ascoltato nel pomeriggio dai pm Silvia Bonardi, Adriano Scudieri, Luigi Furno e dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci. Si sarebbe presentato spontaneamente in Procura a Milano, così come hanno fatto altri due imprenditori nei giorni scorsi.
Il sindaco di Gallarate sentito come testimone
Il sindaco leghista di Gallarate (Varese), Andrea Cassani, viene sentito come testimone nell'ambito dell'indagine della Procura di Milano che ha portato a 45 misure cautelari, anche nei confronti di politici. Il nome del sindaco di Gallarate Andrea Cassani compare negli atti dell'indagine come colui il quale si sarebbe frapposto al tentativo di apportare delle variazioni, in modo illecito, al piano di governo del territorio. Nell'ambito dell'inchiesta e' stato arrestato l'assessore all'urbanistica del Comune di Gallarate, Alessandro Petrone, ritenuto "pienamente consapevole dell'accordo corruttivo". Dai documenti emerge anche come Cassani si sia opposto allo spostamento in un altro ufficio del funzionario Massimo Sandoni considerato un "ostacolo" nei piani del presunto gruppo criminale nell'episodio maturato tra gli uffici del Comune, ritenendolo la persona piu' competente al servizio urbanistica.
Sentito anche dirigente di Regione che firmò l'incarico a Marsico
Nei giorni scorsi, anche il dirigente della Regione Lombardia Antonello Turturiello, che firmo' il decreto dirigenziale con cui e' stato assegnato l'incarico a Luca Marsico, e' stato sentito dagli inquirenti nell'ambito dell'indagine sul presunto abuso d'ufficio commesso dal presidente della Regione Attilio Fontana. E' quanto si apprende da fonti investigative. Il dirigente non e' indagato. Con quel decreto dell'ottobre 2018, l'avvocato Luca Marsico venne inserito tra i membri esterni del 'Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici' della Regione. La Procura sospetta che si sia trattato della soluzione alternativa trovata per il legale non rieletto alle ultime elezioni regionali, dopo che Fontana aveva rifiutato una "proposta corruttiva" ricevuta dall'ex coordinatore provinciale a Varese di Forza Italia, Gioacchino Caianiello, ora in carcere. Lunedi' su questo episodio Fontana si presentera' in Procura (salvo cambi di programma) intorno alle 15.30 per chiarire la sua posizione.
L'imprenditore Napoli non risponde a gip
Tra gli 11 arrestati ai domiciliari sentiti oggi dal gip Raffaella Mascarino nell'ambito dell'indagine milanesi su una presunta rete di corruttori tra Lombardia e Piemonte, e' stato sentito anche l'imprenditore Renato Napoli che si e' avvalso della facolta' di non rispondere. E' considerato dalla Procura uno degli uomini chiave nella presunta spartizione illecita degli appalti in Lombardia. Gli interrogatori di garanzia per gli arrestati ai domiciliari proseguiranno lunedi'. La giornata di oggi e' stata caratterizzata da un continuo viavai di persone e documenti negli uffici dei magistrati che si occupano dell'indagine. Il procuratore aggiunto Alessandra Dolci e i pm Adriano Scudieri, Silvia Bonardi e Luigi Furno si sono alternati sia nel presenziare agli interrogatori di garanzia che a quelli di altre persone ascoltate come testimoni, come il sindaco di Gallarate Andrea Cassani e un imprenditore che si e' presentato spontaneamente per rendere dichiarazioni, il terzo da ieri.
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