Comunali, Belpoliti punta su Boeri: "Ecco perché può battere la Moratti"

Martedì, 12 ottobre 2010 - 14:40:00
marco belpoliti modificato 1

Di  Marco Belpoliti

La cosa che più colpisce nei nuovi grattacieli in via di costruzione, o appena terminati, nel centro di Milano, è la loro forma a parentesi. sono due parentesi contrapposte, combacianti dalla parte convessa, le due torri del cosiddetto "ormigone", il nuovo edificio della regione, così come è composto di due parentesi, una piccola e una grande, che si aprono e si chiudono, il grattacielo che sta sorgendo davanti alla stazione di Porta Garibaldi, dove si trasferiranno gli uffici centrali di Unicredit. Quella della parentesi è con ogni probabilità la metafora più consona per descrivere l'attuale situazione di Milano, in cui molti problemi sembrano essere stati messi da parte, o non risolti, nel corso della lunga stagione politica, oltre quindici anni, in cui la capitale morale è stata governata dalla destra, prima leghista e poi berlusconiana: traffico asfissiante, aria inquinata, calo demografico, mancanza dei servizi sociali, trasporti in tilt, centro spopolato, tensioni razziali, disoccupazione, affitti altissimi, giovani coppie in fuga, periferie abbandonate, cantieri lasciati a metà, ecc. Il bilancio delle varie amministrazioni si chiude in rosso, in particolare quello del sindaco Letizia Moratti, il cui slogan elettorale era stato: "Mettiamoci in comune". Fatta salva la conquista dell'Expo, la Moratti si è rivelata molto meno capace di quanto la sua fama di manager prometteva. in questa situazione parentetica Milano va alle elezioni nel prossimo mese di maggio, e la battaglia intorno a questo evento amministrativo potrebbe diventare il primo episodio del cambio di stagione. Milano è infatti un laboratorio di novità sociali e politiche: negli anni ottanta il craxismo, poi la Lega, e quindi negli anni novanta il berlusconismo, dopo la fase tutta milanese di mani pulite. Milano-Italia, viene da dire vedendo cosa sta accadendo nelle primarie che sceglieranno il candidato della sinistra. I tre candidati in lizza ben rappresentano sia il vecchio sia il nuovo che avanza.

C'è un grande vecchio del costituzionalismo italiano, Valerio Onida, che valorosamente, a 74 anni, si candida alle primarie per rappresentare un settore importante del mondo cattolico, le Acli, gli ex della Margherita, che sono una parte significativa della città, ma anche voce che urla nel deserto rispetto agli assetti politici del palazzo. Poi Giuliano Pisapia, giurista, figlio d'arte, membro dell'establishment, ma anche parlamentare di Rifondazione comunista, avvocato della famiglia di Carlo Giuliani, erede della Milano generosa e insieme libertaria che ha sempre perso le competizioni elettorali, pur avendo espresso in passato nella società civile forme innovative; la città che Pisapia rappresenta, quella delle professioni e della classe operaia, è scomparsa, o è diventata minoritaria socialmente e culturalmente, nel corso dei grandi cambiamenti della globalizzazione, di cui Milano è stata silenziosa protagonista. Proprio da qui, dalla città "glocal" viene invece il terzo competitore, Stefano Boeri, architetto, urbanista, direttore, prima di "Fomus", poi di "Abitare", le due maggiori riviste italiane di design e architettura, lette in tutto il mondo. Boeri è stato il principale collaboratore di "Multiplicity", laboratorio su Milano che ha assunto un rilievo nella progettazione e nell'intervento sulle nuove città mondiali.

Per almeno tre ragioni Boeri sembra il candidato che ha più chance per battere Letizia Moratti, ammesso e non concesso che il Pdl e la Lega la candidino di nuovo. La prima è la sua età, 53 anni; la seconda riguarda l'esperienza professionale; ma è soprattutto la terza ragione a costituire un punto decisamente nuovo: il blocco sociale, per dirlo in termini tradizionali, che può radunare intorno a sé, composto da coloro che lavorano nel design, nella grafica, nella comunicazione, nello spettacolo, nelle forme nuove di imprenditorialità che si rapportano con il mondo, e che fanno di Milano la base nel loro andare e venire lungo le rotte della globalizzazione: da Mosca a Hong Kong, da Shangai a Vancouver. Inoltre, Boeri può rappresentare a livello politico anche i gruppi che operano nel sociale, le cooperative, il volontariato, sia laico sia cattolico, e anche altri gruppi difficili da definire, secondo i parametri delle attività tradizionali, ma che sono la vera novità nella città delle reti che è Milano, ricchissima di energie inespresse. Un solo esempio: "Esterni", un'associazione no-profit, un gruppo composto di decine e decine di giovani, soci, volontari, collaboratori, che da anni organizza eventi intorno al Salone del mobile, che realizza "Milano film festival", con migliaia di presenze, e numerose altre attività. Esiste un reticolo capillare di nuove professionalità che si situa a cavallo dell'arte, del design, della comunicazione, e che soprattutto dialoga con altre realtà simili nel mondo, in Europa e negli altri continenti. Boeri è un hub importante di queste realtà estranee ai partiti tradizionali, ma diffuse sul territorio milanese, che, nella lunga transizione italiana verso il nuovo, non hanno ancora espresso una rappresentazione politica di sé. Per questo il prossimo confronto elettorale a Milano potrebbe prefigurare qualcosa di veramente nuovo che va al di là del berlusconismo e della stessa sinistra tradizionale.

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