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Milano
Dà fuoco a casa e auto dell'ex compagno, arrestato 39enne a Monza

Dà fuoco a casa e auto dell'ex compagno, arrestato 39enne a Monza

I carabinieri di Monza hanno arrestato un 39enne di origini pakistane ma residente in Brianza, L'uomo è ritenuto responsabile del reato di atti persecutori, compreso l’incendio di un’autovettura, nei confronti dell’ex compagno, 26enne anche lui di origini pakistane che abita in provincia di Monza.

Indagini avviate dopo l’incendio dell’auto

Le indagini hanno preso il via dopo l'incendio, di origine dolosa, verificatosi la notte del 20 maggio scorso che aveva distrutto la Jeep Cherokee del 26enne e intaccato la sua abitazione. In quell’occasione la vittima aveva anche accusato uno shock emotivo con attacchi di panico ed era stata trasportata al pronto soccorso. All'uomo erano anche stati rubati 10mila euro in contanti.

Il 39enne molestava e minacciava l’ex

Il 39enne indagato dalla fine della relazione sentimentale con l'ex fidanzato, con cui aveva rotto nel mese di febbraio 2022, aveva cominciato insistentemente a molestarlo e minacciarlo, chiedendogli rilevanti somme di denaro e favori vari. L'uomo voleva anche riallacciare la loro relazione. Tra le minacce, oltre a quelle di morte, vi erano anche quella di diffondere video intimi e quella di rivelare ai familiari la loro relazione omosessuale. Relazione che era stata tenuta riservata per via dei divieti imposti dalla religione islamica. Inoltre in un’occasione lo aveva anche percosso danneggiandogli il cellulare e il parabrezza dell’auto.

La notte del 20 maggio l’uomo, travestito da donna, avrebbe appiccato il fuoco nella casa

Le indagini hanno permesso di far emergere elementi idonei a individuare nel 39enne il responsabile dell'incendio e inquadrare lo stesso nella più ampia cornice degli atti persecutori. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Seregno, la notte del 20 maggio l’indagato, travestendosi da donna, si sarebbe furtivamente avvicinato a casa dell’ex e avrebbe appiccato il fuoco in più punti dell’abitazione e sull’auto con la chiara intenzione di provocare un incendio di grosse dimensioni. Sarebbe quindi entrato nell'appartamento del 26enne e avrebbe rubato 10mila euro da un armadio e infine avrebbe lasciato una lettera intimidatoria, da ricondurre a lui con tutta probabilità anche per l’uso di un nomignolo con cui chiamava la vittima in via confidenziale. Il gip di Monza, valutato che gli elementi indiziari raccolti sembrano convergere univocamente verso l’indagato, atteso che vi sono state plurime e reiterate condotte persecutorie, ha ritenuto adeguata e proporzionata l’applicazione della misura detentiva degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. La misura, in ragione dei tempi tecnici di installazione dello strumento di controllo elettronico, in prima battuta si è tradotta in custodia cautelare in carcere.

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