Firme false, l'innocenza di Podestà si gioca su un fax
Per la difesa e' "l'asso nella manica", per l'accusa la prova della colpevolezza di Guido Podesta'. Al processo milanese sulle presunte firme false a sostegno della lista di Roberto Formigoni per le elezioni regionali del 2010, e' 'giallo' su un fax prodotto dal presidente della Provincia di Milano e datato 23 febbraio 2010, che, secondo la difesa, sarebbe stato inviato da un ufficio del Pdl a una tipografia con la lista dei candidati consiglieri per le regionali. Un documento che dimostrerebbe che non e' vero che quel listino sarebbe stato pronto solo il 25 febbraio, un giorno prima di quando scadeva il termine per raccogliere le firme. Di tutt'altro avviso il procuratore aggiunto Alfredo Robledo il quale, dopo aver fatto accertamenti su quel fax, ha chiesto al giudice la trasmissione degli atti per poter indagare.
Clotilde Strada, la responsabile all'epoca della raccolta firme per il Pdl, che ha gia' patteggiato 18 mesi nella vicenda giudiziaria, aveva confermato in aula che il 26 febbraio 2010 "alle sei di sera mancavano circa 500 firme, non sapevo cosa fare e ho chiesto al mio diretto responsabile Podesta'", che all'epoca era coordinatore lombardo del Pdl. Secondo la versione della donna, Podesta' le avrebbe detto di falsificare le firme. La Procura di Milano ha dato disposizioni alla polizia giudiziaria di fare accertamenti sul fax prodotto dalla difesa e avrebbe ricostruito che e' falso, perche' non e' indicato il destinatario e dai tabulati telefonici non risulta traccia. Per questo il pm Robledo ha chiesto al giudice della quarta sezione penale, Monica Amicone, la trasmissione degli atti per indagare.