I Hate Milano

di Mister Milano

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Salvini, il Ministro smentito
LaPresse

Appena incaricato il governo Conte, e nominato Ministro degli Interni Salvini, in Libia, i migranti, devono aver tirato un bel sospiro di sollievo.
Stremati dalla politica dal pugno di ferro di Minniti, ai migranti non pareva vero di avere a che fare finalmente con il volto umano di Matteo.

Intanto, per un mero fatto di apparenza fisica. Un conto era avere a che fare con il cranio pelato, la mascella volitiva, gli occhi color catrame del Ministro Minniti, che facevano cosi’ tanto Ventennio da metter paura.
Un altro lo sguardo gigionesco del Matteo, la sua simpatica panzetta esibita con orgoglio sui rotocalchi rosa e quell’aria giovanilista da simpatico macellaio con cui fare un briscolone al bar.

Ma soprattutto, per un discorso piu’ strettamente politico. Come recita il famoso proverbio nigeriano “leghista che abbaia non morde” i migranti hanno capito subito che le sparate di Salvini erano proprio quello, sparate, prive del retroterra giuridico o politico necessario per essere messe in pratica davvero e che tuttavia – cosa che non guastava affatto – suscitavano un’onda di indignazione che in Italia non si vedeva dal 1994.


Tutt’altra cosa rispetto a Minniti, l’uomo che non parlava mai, ne’ su Facebook ne’ con i giornalisti, e che quando andava in Libia ci andava quasi di nascosto, a stringere accordi segreti con personaggi impresentabili, i cui dettagli si dispiegavano nell’ombra di carceri da incubo, con costi umani incalcolabili, e il tutto senza che nessuno, in Italia, si mettesse neppure un paio di calzini rossi.

Quanto devono averlo benedetto, il buon Matteo, quando invece che con i Signori della Guerra se n’e’ andato a stringere accordi con la guardia-costiera libica, pensando che quattro motovedette scassate potessero essere elevate a unico baluardo in grado di mantere l’ordine nell’Europa Cristiana, sbarrando per sempre la strada al fenomeno sociale, culturale e politico piu’ grande del secolo.

Purtroppo sono bastate due settimane perche’ tutti capissero al povero Matteo hanno tirato una sola come nemmeno nei mercati rionali di Roma. Perfino il famoso studente ripetente di seconda media, quello a cui si rivolgeva il vecchio capo del centrodestra quando parlava alla nazione, avrebbe intuito che se non ci si fida delle ONG, a maggior ragione non ci si puo’ fidare della guardia costiera libica.

Eppure questa e’ stata, finora, l’unica strategia. Non le espulsioni promesse, non i rimpatri forzati promessi, non la revisione degli accordi internazionali promessi: mentre il Ministro magnificava i suoi “successi” sul web con cadenza quotidiana, per la gioia degli aficionados in delirio, gli scafisti hanno continuano come prima, piu’ di prima, mentre la guardia costiera libica si godeva le prebende ottenute dagli “accordi” facendo una bella pernacchia in direzione Nord.

E cosi’, il povero Matteo oggi e’ costretto a passare le giornate al telefono nel suo ufficio, incazzato come una belva, a gridare che quella determinata nave non potra’ assolutamente attraccare salvo poi essere matematicamente smentito dai fatti poche ore dopo.

Il vecchio capo del centro-destra, nella parodia che ne faceva Fiorello, veniva chiamato “Smentisco” per la sua abitudine a ritrattare.
Per Matteo e’ gia’ pronto il nuovo soprannome: il Ministro Smentito.

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