Il caso/ Quarto Oggiaro, dove il bus non arriva più in fondo

di Fabio Massa
Milano come Napoli. Quarto Oggiaro come Scampia. Un paragone irrispettoso per le tante differenze tra le due realtà. Un paragone che fa male a tanti, ai cittadini onesti che vivono nella zona nord-ovest di Milano. Un paragone ingeneroso, ma che affiora, ogni giorno di più, in questi ultimi giorni di paura e terrore. In questi giorni nei quali, uno dopo l'altro, sono morti tre uomini, ammazzati per un regolamento di conti tra malavitosi. I caduti sono i "Tatone". Famiglia certo non di prima fascia, nella criminalità organizzata milanese. Ma sicuramente pericolosa, influente su un quartiere che negli ultimi 20 anni è migliorato drasticamente.
Eppure le difficoltà restano, e sono tante. E' di ieri un maxiblitz dei carabinieri: 90 militari in divisa, tra le 18 e le 24 "battono" tutto il territorio, perquisiscono 500 persone e fermano 105 mezzi. Operazione conclusa con quattro arresti e cinque denunce, quasi tutte per affari di droga. L'assessore Pierfrancesco Majorino, l'assessore Carmela Rozza e - oggi - il sindaco Pisapia, visitano il quartiere. Cercano di portare tranquillità in una zona che l'ha persa, tra proiettili e sangue nei parchi.
Ma c'è una storia, che Affaritaliani.it può raccontare, che ricorda a tutti che Quarto Oggiaro non è un quartiere normale. Che ricorda come a volte anche i provvedimenti più stupidi ripropongono la brutta equazione dalla quale siamo partiti: Quarto Oggiaro uguale Scampia. A gettare il sasso nello stagno, prima di tutti, è un ascoltatore della trasmissione Linea d'Ombra, condotta da Adriana Santacroce su Telenova. Lunedì sera racconta che là, dalle sue parti, il bus di notte non si ferma sempre al capolinea. L'assessore alla sicurezza, Marco Granelli, non ne sa nulla. I consiglieri di zona confermano.
Ma perché quel bus non arriva al capolinea? Ed ecco l'incredibile storia della linea 57, inaccettabile in una città come Milano. Risale al 2007. E' inverno: dicembre e gennaio. Una gang prende di mira l'autobus e il conducente. Arrivano sassate. Volano insulti. Ma soprattutto volano botte. Il 27 gennaio la 57 supera il commissariato di polizia di via Satta. Subito dopo una "batteria" di ragazzi tira fuori sassi e bastoni e lancia di tutto. Per una settimana si forma il convoglio: autobus e auto della Polizia locale. La violenza cessa, ma i conducenti tirano fuori le unghie, stufi di rischiare la vita in periferia.
La decisione è senza precedenti: se i conducenti non vogliono, possono "far saltare" le ultime fermate, quelle tra le vie Simoni e Pascarella, quelle di via Lopez e via Concilio Vaticano II. Che poi è il capolinea. Ma non sempre. Poi le cose cambiano, e il percorso subisce una variazione dopo le 21. Basta con il capolinea in Concilio Vaticano II ma anche con la discrezionalità: il bus si ferma in via Lessona. La motivazione resta però la stessa: tutto è stato causato da qualche babygang. E dalle sassate.
Un po' come a Scampia, dove il 28 ottobre un pietrone di diversi chili è stato scagliato contro un autobus e per poco non ha ammazzato un conducente. Ultimo paragone, ingeneroso per un quartiere dal cuore grande, indicativo per una politica che tollera, a sei anni di distanza, che il capolinea "salti" per un ordinario problema di sicurezza.
@FabioAMassa