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Milano
Lega: "Processi non cambiano priorità. Incontri con Salvini e poi candidato"

Lega: "I processi non cambiano priorità. Da ottobre incontri in città con Salvini. Poi il candidato"

"Entro primi di novembre il nostro candidato. Iniziamo una fase di ascolto della città a partire da ottobre. Le questioni giudiziarie? Tengono impegnati i leader ma non cambiano la traiettoria del partito". A parlare è Stefano Bolognini, commissario milanese della Lega, fedelissimo di Matteo Salvini. In una intervista ad Affaritaliani.it Milano individua road map, identikit e tempistiche della candidatura che "sarà alternativa a Beppe Sala perché dimostrerà di poter governare molto meglio". L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO

Commissario Bolognini, lei è anche assessore regionale e in Regione in questi giorni c'è molta tensione "giudiziaria".
Credo che le indagini non debbano interferire rispetto a un percorso politico che stiamo portando avanti a Milano e in Regione. Un percorso che prevede la costruzione di risposte ai bisogni della gente. Certo le inchieste tengono impegnati i leader, come Matteo Salvini che dovrà occuparsi di difendersi a Catania, e invece di dedicare qualche ora alla sua città la impiega per il processo. Ma sono cose che non incidono in nessun modo sulla Lega. Le inchieste fanno il loro corso, mentre la Lega fa il suo percorso. Dico di più: dubito che inchieste e atro abbiano influito sui risultati dello scorso week end.

Ecco, a proposito dei risultati delle elezioni: dubito possiate essere soddisfatti.
Leggiamo in chiave milanese i risultati delle regionali. I dati ci confermano alcune riflessioni che su Milano abbiamo già fatto da alcuni mesi. Primo: la Lega è il partito leader del centrodestra. E di questo non si discute. Secondo: bisogna allargare il perimetro della coalizione cercando persone al di fuori dello schema dei partiti. Chi ha un ruolo come il mio può dare un contributo ma non basta. Soprattutto quando c'è una situazione di governo che la gente identifica come positiva o come punto di riferimento.

Come quella di Beppe Sala?
Io sto dicendo che bisogna trovare nuovi schemi. Quando si è scelto un candidato di partito contro un candidato uscente, le ultime regionali ci insegnano che non è stato percepito alcun valore aggiunto. Ho avuto modo recentemente di parlare con il maestro Pereira e concordavamo sul fatto che la politica deve parlare con la società civile e viceversa. E fin qui, siamo d'accordo. Il punto però è che se sei già inserito nella società civile o in certi ambienti è molto più facile dialogare con la città. Ed è una riflessione che bisogna fare a Milano e non solo a Milano. Per quanto riguarda Sala, noi partiamo da un presupposto diverso che da altre parti: dobbiamo essere capaci di governare meglio. Questa deve essere la nostra ricetta.

Indichiamo una road map.
Noi dai primi giorni di ottobre iniziamo a organizzare una serie di incontri in forma originale e dinamica in città dal centro alle periferie, dai giovani agli imprenditori ai commercialisti. Questi incontri vedranno coinvolto Matteo Salvini che su mio consiglio coinvolgerà i partiti del centrodestra. Questo momento di ascolto lo mettiamo in campo noi ma deve essere della città, delle categorie e del centrodestra. Ascolteremo. E' un percorso che durerà due mesi, a partire dal 9 ottobre. All'interno di questo percorso, o magari al termine di questo percorso, presenteremo il nostro candidato.

Due mesi vuol dire il 9 dicembre...
No, no, assolutamente. L'obiettivo è che nel mese di ottobre al più tardi i primi giorni di novembre, indipendentemente dalle scelte di Beppe Sala, si possa presentare il candidato sindaco. Una persona c'è ma ne stiamo incontrando anche altri.

Passerete da Arcore poi?
E' naturale che la scelta debba essere condivisa. Come ha detto Mariastella proprio ad Affaritaliani.it Milano, sarà una scelta condivisa. E' chiaro che la Lega abbia primariamente l'onere  e l'onore di individuare il nome. Ma anche di condividerlo: se un candidato deve parlare a tutta la città, deve parlare anche a tutti i partiti del centrodestra, e devono sentirlo come proprio.

Il candidato sarà molto diverso da Stefano Parisi, lo sfidante di Sala di quattro anni fa?
Sì, sarà molto diverso perché sarà molto molto più smart. A me piace raffigurare questo mister X con la spilla del Rotary ma in sella a uno scooter, in giro per la città. Quel che voglio dire è che e giri con l'autista certe cose non le vedi. Forse Parisi doveva aprirsi un po' di più e invece è rimasto sul piedistallo. Avere questa persona che per lavoro tutti i giorni gira tutta la città, passando dal Rotary alla Caritas, è un punto di partenza molto importante rispetto a una dimensione della città che è multidimensionale e policentrica.

E per quanto riguarda le liste?
Dico solo questo: in questi giorni stiamo iniziando a guardare le liste della Lega e abbiamo tante donne della società civile che si vogliono candidare. Racconto un aneddoto: ho incontrato nell'ultima settimana tre avvocatesse che non hanno tessera di partito ma che vogliono candidarsi. Mi hanno contattato loro. Vuol dire che il mondo delle professioni e delle scuole ha voglia di essere considerato e mettersi in gioco. E questo è un bene per la città e per la politica.

fabio.massa@affaritaliani.it

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