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Milano
MM “tiene” malgrado il lockdown. E programma nuove sfide

di Fabio Massa

Strade deserte e paura. Questa è la sintesi del lockdown che sembra lontano ma che solo pochi mesi fa ha reso Milano spettrale. Eppure, il sistema di base ha retto. L'acqua non è mancata, come la luce e il gas. Il cibo non è mancato. La città non è stata invasa dai rifiuti, e le fogne hanno continuato a funzionare regolarmente. "Servizi essenziali che diamo per scontati, ma che hanno continuato ad essere erogati grazie alla ferrea volontà di onorare il proprio impegno nella continuità", spiega Simone Dragone ad Affaritaliani.it Milano. Dragone è il presidente di MM Spa. Una azienda articolata, che gestisce "tre divisioni più una: ingegneria, casa, acqua e la nuova, ovvero le manutenzioni delle scuole e di altre importanti infrastrutture".
 

Torniamo al Covid. Abbiamo dato per scontato l’acqua.
Forse sì, ma è segno che tutto ha funzionato. Abbiamo dato per scontato anche il sistema fognario. Eppure, ci sono state squadre che hanno continuato a calarsi nel sottosuolo anche durante tutto quel periodo, per riparare i guasti, per permettere che tutto funzionasse compresa la depurazione finale e la restituzione all’ambiente. L'acqua è la prima e la più importante delle risorse. 

MM gestisce il sistema idrico milanese. Una sfida, durante il Covid.
Sì, una sfida vinta grazie a tutte le nostre persone. Le reti sono state fondamentali per l'emergenza. L'azienda fin dal 21 febbraio si è riunita per rivalidare i piani di emergenza che aveva e che si sono confermati adeguati. Era stato previsto anche un piano B in caso di lockdown più duro, o più lungo. In remoto, dove era possibile, e in presenza sul territorio, non ci siamo mai fermati. Dalla gestione ordinaria delle reti e degli impianti di distribuzione e trattamento acqua, fino alla manutenzione d’emergenza e al presidio dei laboratori. 

Avete lavorato in smartworking.
L'azienda ha 1300 dipendenti, più di 800 sono stati in smart working con una performance decisamente buona. Lo shutdown è avvenuto il 13 marzo, e avevamo già previsto il backup delle squadre di intervento nel caso ci fossero stati focolai importanti. Per dirigere le scelte giuste con il necessario tempismo, già alle prime avvisaglie dell’emergenza, è stata costituita una Unità di Crisi che ha rappresentato una importante sinergia tra esperti di sicurezza, rappresentanti dei lavoratori, leadership e funzioni aziendali preposte alla costante declinazione dei Decreti e dei regolamenti. Abbiamo avuto quattro contagiati noti tutti risolti, fortunatamente. Nessun caso positivo dopo la riapertura.  Devo dire che anche gli accordi con i sindacati sono stati fondamentali.

In che senso?
Abbiamo raggiunto una serie di accordi reputati ottimali per i dipendenti, per la società e per i servizi offerti. Le colleghe e i colleghi in campo, che ho peraltro incontrato anche in quei giorni drammatici, seguivano i giusti protocolli. La situazione è stata difficilissima, ma hanno lavorato tutti con spirito alto. I tassi di malattia sono stati in linea con gli anni precedenti. Tutti hanno onorato il loro posto di lavoro e hanno onorato se stessi. Crediamo che tutto questo sistema che abbiamo inaugurato debba essere analizzato anche in ottica futura. 

Smartworking per sempre?
No, assolutamente. Quello che voglio dire è che si dovrà valutare il passaggio dal remote working ad uno smart working vero e proprio, ovvero il lavoro effettivamente intelligente. Forti dell’esperienza vissuta stiamo proseguendo con decisione in questa direzione non dimenticando che la presenza fisica negli uffici è e rimane qualcosa di fondamentale sia dal punto di vista del confronto e dello sviluppo delle idee sia, soprattutto, da un punto di vista umano. Per quanto riguarda gli utenti abbiamo sperimentato con successo una ulteriore digitalizzazione del rapporto amministrativo, benché anche in tal caso determinate interazioni richiedano il contatto diretto. 

Torniamo all'acqua. Uno dei grandi timori era che il virus si diffondesse anche tramite la rete idrica.
Ci sono studi internazionali e locali che affermano, concordi e unanimi, come il virus nelle acque potabili non esista. Nelle acque di scarico sono state rilevate tracce di RNA del virus risultato non attivo e peraltro completamente rimosso dai sistemi di depurazione. Una cosa è certa: l'acqua non è mai stata contaminata; peraltro a Milano l’acqua viene prelevata dal sottosuolo e distribuita, previ accurati controlli analitici, tramite tubazioni in pressione direttamente alle  utenze senza nessun contatto con l’esterno

In tempi pre-Covid, gli investimenti sulle reti idriche sono stati all’altezza della situazione?
Uno sforzo senza precedenti: basti pensare che lo scorso anno, a fronte del mantenimento di una tariffa idrica tra le più basse in Italia e in Europa, abbiamo incrementato il volume degli investimenti di oltre il 33% rispetto al 2018 con 70,5 milioni di euro per il 2019. Una nota per far riflettere sull’impegno della città di Milano: ciò che è stato fatto rappresenta un investimento di 50,8 €/abitante nel 2019. L’investimento medio pro capite nazionale per il Servizio Idrico è pari a 38,7 €/abitante.

MM gestisce anche il settore della manutenzione delle scuole. 
Abbiamo la manutenzione ordinaria che è on demand dell'azionista, il Comune di Milano, e delle dirigenze scolastiche. Oltre agli appaltatori esterni, in una logica "make" mirante allo sviluppo di know-how e di cultura aziendale, abbiamo predisposto squadre interne per avere risposte in tempi adeguati; vari interventi saranno eseguiti anche durante agosto a seguito delle segnalazioni ricevute. 

Il Comune ha fatto una ricognizione dei tetti delle scuole con i droni.
Noi siamo pronti a rispondere al meglio a tutte le esigenze che dovessero insorgere. La "quarta divisione", quella delle manutenzioni, è un po' una rivoluzione per MM: si va oltre la progettazione, che è di medio e lungo periodo, e si interviene nell'immediato con operazioni magari "piccole", ma che i cittadini percepiscono come fondamentali. 

Parliamo dell'ingegneria.
L'anno scorso, il 2019, è stato l'anno in cui sono stati messi a gara 58 milioni di opere pubbliche, senza considerare i progetti di manutenzione straordinaria per il patrimonio di edilizia residenziali pubblica che sono stati pari ad altri 50 milioni, il massimo fatto fino ad oggi sulle case popolari.

Molte società, anche pubbliche, soffrono per gli effetti del Covid sui bilanci.
Siamo stati colpiti dal Covid e dal lock-down. I consumi di acqua sono diminuiti, perché tra locali ed aziende chiuse, e city users assenti il calo c'è stato. L'ingegneria ha registrato dei rallentamenti. Ma la società è solida e non dovremo chiedere alcun aiuto all'Azionista, abbiamo 218 milioni di euro di patrimonio. Non vediamo il rischio di scenari di perdita economica, grazie anche una operazione di spending review che la Direzione Generale ha già avviato.

Infine, la casa. E' uno dei settori più delicati di MM.
Nei nostri quartieri non abbiamo percepito particolari tensioni durante il lockdown, grazie innanzitutto ai cittadini e al loro senso di responsabilità ma anche, siamo certi, per merito della nostra presenza sul territorio che non è mai venuta a mancare. Il servizio di emergenza per le manutenzioni è sempre stato attivo. Il supporto degli uffici è stato sempre garantito al pubblico in modalità remota. Un grande grazie ai nostri concittadini che hanno dato una risposta incredibile. Ancora oggi vi è un minor afflusso fisico agli sportelli anche in virtù, come dicevamo prima, dell'importante utilizzo di procedure informatiche messe a disposizione. Le disposizioni governative durante il lockdown ci hanno impedito di eseguire quegli interventi che non fossero emergenziali ma vogliamo recuperare, e recupereremo. Nel frattempo, sono partiti importanti cantieri che la città attendeva da anni: Cilea, Villani Giuffrè, Fleming solo per citare quelli più importanti.

Sulle occupazioni? La crisi economica produrrà più pressione sul patrimonio edilizio?
In questo periodo non solo non abbiamo avuto un aumento delle occupazioni abusive, ma una loro riduzione ulteriore. Il nostro compito è evitare che chi non ha titolo occupi case destinate a chi le ha avute mediante un regolare assegnazione e più in generale a tutti coloro che ne abbiano diritto. Il Comune ci ha stimolato molto sulle ristrutturazioni, e noi procediamo a buon ritmo. Ora credo che il tema sia la velocizzazione delle assegnazioni che dipende da vari fattori esogeni rispetto a MM e al nostro azionista.

Come è il vostro rapporto con Palazzo Marino?
Vi è un continuo confronto e, desidero sottolineare, una piena condivisione delle strategie e degli obiettivi. Che non sono mai banali e che soprattutto ci mettono sempre di fronte a nuove sfide, come è giusto che sia.

Sfide future?
Nell’approccio principalmente. Ci piacerebbe integrare il paradigma di Smart city con Care city. Una città nella quale prendersi cura di quei dettagli che facilitano la vita di tutti i cittadini: il senso dei piccoli interventi, della manutenzione costante ma capillare, accanto alla mission storica dei grandi progetti, è proprio questo.
Case popolari, scuole, qualità dell’acqua del rubinetto, piccoli cantieri o grandi interventi strutturali, poco importa: l’essenziale è trasmettere il senso di cura che, in fondo, è tipico del meticoloso lavoro ambrosiano.

Quindi anche maggiore cura nelle relazioni con il cittadino?
Proprio a partire da lì. MM a febbraio è stata insignita del Top Utility Assoluto, il premio all’eccellenza tra le maggiori aziende dell’energia, dell’acqua, del gas e dei rifiuti in base alle analisi delle performance nelle varie categorie monitorate nel 2019.
Selezionata fra le 100 migliori in Italia, è risultata la prima classificata nell’anno rispetto alla valutazione complessiva con questa motivazione: “Per gli ottimi risultati ottenuti in tutte le aree oggetto di indagine, con particolare riferimento al rapporto con gli stakeholder, all’attenzione alla sostenibilità, alla trasparenza e alla comunicazione. MM ha inoltre saputo sviluppare un efficace rapporto con i suoi consumatori, migliorando la qualità dei servizi offerti”.
Come vede, il rapporto con il cittadino è preminente e sfidante. Reputiamo sia il momento giusto per pensare di affiancare  all’ingegneria per la strutture anche una ingegneria per le relazioni.


fabio.massa@affaritaliani.it

 

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