Pd, Ghezzi: "Vada a casa anche la direzione"
di Gabriele Ghezzi,
vice Presidente della Commissione Sicurezza del Comune di Milano e Consigliere Comunale PD
Mentre il PD rischia di sgretolarsi sotto i colpi dell'incapacità palesata dalla propria classe dirigente, si assiste alla classica rincorsa di chi intende rifarsi una propria verginità.
Comprensibile sotto l'aspetto umano, politicamente da irresponsabili.
Taluni atteggiamenti o prese di posizione sono la dimostrazione lampante che il malessere nel PD è direttamente proporzionale alla negoziazione personale o di bottega che ogni dirigente ha sempre avuto nel partito.
Pochi atti di generosità per il bene dell'organizzazione e molte ambizioni di chi già ricopriva incarichi di rilievo.
Che sia necessario un radicale rinnovamento dei quadri lo pensano in tanti, ma solo quando non riguarda se stessi, troppo facile.
Mettiamoci tutti in discussione senza alcuna remora, poi facciamo pure determinate scelte, ma sulla base di progetti e programmi che non siano la bella copia di quelli precedenti e soprattutto non interpretati dagli stessi attori che hanno portato il PD in questa grave crisi.
Richiamare ad un ulteriore senso di responsabilità chi nel recente passato non ha dimostrato nemmeno cosa sia la responsabilità mi sembra pleonastico e ridicolo, non sarò io a chiedere ciò.
Non solo il Segretario e la sua segreteria dovranno dimettersi ma dovrà farlo l’intera Direzione Provinciale.
È sicuramente un atto simbolico che ha però un suo profondo significato politico: nessuno deve sentirsi esente da colpe o da errori.
Alzare le mani dichiarando la classica e furba frase "io c'ero, ma non ho visto nulla" provocherebbe ulteriori danni e minerebbe irrimediabilmente quella poca credibilità che è rimasta, se è rimasta.