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Milano
Smog, la ricerca austriaca che fa litigare Gelmini e Maran

L’allarme contenuto in un recente studio di un centro di ricerca austriaco, l’International Institute for Applied Systems Analysis, pubblicato dal quotidiano statunitense «Washington Post», e che vede Milano tra le città in proiezione futura più inquinate a livello europeo, fa discutere trasformandosi in polemica politica. Così il coordinatore lombardo di Forza Italia Mariastella Gelmini: "La ricerca mette in luce i limiti delle iniziative restrittive sposate dall’attuale amministrazione comunale. Il problema viene da molto lontano. Ma l’accanimento col quale questa amministrazione ha voluto le limitazioni del traffico con Area C, senza ottenere alcun risultato positivo, la dicono lunga sull’approccio ideologico che ha sostanzialmente fallito. Se, come spiega la ricerca, solo Londra, fra le grandi metropoli europee, può vantare qualche utile risultato, è probabilmente grazie anche alla vastissima rete di trasporti pubblici, che arrivano a coprire tutta l’area metropolitan a, con l’uso massiccio della metropolitana. Non si può pensare che il possibile futuro allargamento dell’Area C - una gabella di nessuna utilità - possa risolvere il problema. Un tema di riflessione, che la Regione Lombardia ha già messo nella propria agenda, e che va affrontato in modo laico, ma con provvedimenti incisivi".

“Se la Gelmini avesse letto la ricerca pubblicata dal Washington Post avrebbe notato che i dati si fermano al 2009, periodo in cui in città governava la Moratti e lei costruiva tunnel per i neutrini - questa la sarcastica replica dell'assessore Pierfrancesco Maran -. Che il bilancio delle politiche ambientali di 20 anni di amministrazioni di destra a Milano sia fallimentare è cosa nota e non serve uno studio scientifico. Riteniamo invece che lo studio dell'International Institute for Applied Systems Analysis offra diversi spunti interessanti. Innanzitutto viene indicato con forza il problema dell'inquinamento causato dai camion. Non a caso uno dei punti cardine del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile è la realizzazione di una "Low Emission Zone" alle porte della città, con l'obiettivo di regolare l'accesso dei camion. Secondo s punto: il tema delle politiche di vasta scala. Quello che possono fare, e che fanno da anni città come Milano, deve essere accompagnato da politiche ambientali se non nazionali, quantomeno territoriali (a livello lombardo). Queste ad oggi sono purtroppo latitanti ma sarebbero le più efficaci. Infatti la competenza della qualità dell'aria è per legge regionale. Non dobbiamo abbassare la guardia solo perché gli ultimi due anni sono stati i migliori di sempre della storia de ll'aria di Milano. Proprio per questo ho già chiesto ad Amat di entrare in contatto con chi ha condotto lo studio pubblicato sul Washington Post.

Venendo ai dettagli della ricerca, secondo gli scienziati, se i Paesi più esposti non adotteranno misure per ridurre la percentuale di Pm10 nell’aria, da qui al 2030 la situazione potrebbe precipitare. Stime basate sul fatto che già ora, malgrado l’adozione di politiche per limitare le emissioni di particelle inquinanti, molte capitali europee continuino a sforare i paletti fissati sia dall’Unione Europea, sia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. «È necessario innalzare i controlli — sottolinea Gregor Kiesewetter, lo studioso che ha guidato la ricerca — . La normativa attuale è insufficiente. L’inquinamento atmosferico ha un forte impatto sulla salute umana, è causa di disturbi epatici e cardiaci».

Dal rapporto emerge anche come a correre i rischi maggiori non siano necessariamente le città più grandi. Prendiamo Londra: si prevede che la capitale del Regno Unito — malgrado l’attuale tasso di smog, che ha portato l’Europa a sanzionare la Gran Bretagna per aver mancato gli obiettivi — possa raggiungere livelli meno preoccupanti d’inquinamento. «Entro il 2030, l’introduzione di filtri per le particelle di diesel — spiega ancora Kiesewetter — avranno diminuito l’impatto sull’inquinamento atmosferico del traffico locale in alcune città europee». Se nell’Europa dell’Est le stime indicano una presenza pericolosa di microparticelle, anche a Parigi lo scenario è tutt’altro che incoraggiante. Addirittura, nella capitale francese lo smog potrebbe avere conseguenze devastanti. Trattandosi di una delle metropoli più estese del Vecchio Continente, l’inquinamento atmosferico potrebbe causare danni a oltre 12 milioni di persone.

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