Triennale/ Tutto bloccato dal veto di Pisapia su Boeri. Inside
di Fabio Massa
Ancora tutto fermo, tutto bloccato, tutto prorogato. Pare non esserci pace per la Triennale di Milano. Di prorogatio in prorogatio, sta per arrivare il 2014. La "colpa"? Del soggetto "scomodo" e dal veto di Giuliano Pisapia su Stefano Boeri. Il primo, sindaco di Milano dopo la vittoria alle primarie. Il secondo, invece, ex assessore alla Cultura letteralmente defenestrato dal primo cittadino per una presunta incompatibilità che ha lasciato uno strascico durissimo a livello politico. E poi c'è un'altra enorme responsabilità: quella del ministro alla Cultura Bray, che si ostina a non decidere. A Palazzo Marino il ministro lo definiscono senza mezzi termini "uno dei nemici di Milano", rievocando punto per punto i casi della Grande Brera, del Piccolo Teatro, della Scala. Insomma, tutte le "prove" di un disinteresse (se non di un'ostilità conclamata) nei confronti della Capitale del Nord.
Venendo alla Triennale, la vicenda ha radici antiche. Prima la nomina di Claudio De Albertis alla presidenza, contro la quale si scagliò Stefano Boeri, ai tempi assessore. Poi la scadenza e la prima proroga per motivi che vennero definiti "tecnici" (non si sapeva quanti membri doveva avere il cda). E poi, ancora, la seconda proroga. Fino ad arrivare alla situazione attuale, dal 30 novembre scorso, nella quale non si capisce più nulla. L'unica cosa certa è che Stefano Boeri rimane candidato a un posto nel consiglio di amministrazione. Di più: l'ex ministro Ornaghi aveva di fatto eseguito la nomina, che per la caduta di quel governo è finita sulla scrivania di Bray solo da controfirmare. Del resto, il curriculum di Boeri è perfetto, per la Triennale. Il Pd milanese, dopo il cambio di segreteria, ha espresso nelle sedi opportune il suo gradimento. Anche se - e questo è un dato importante - la vicenda è nazionale (la nomina non spetta a Pisapia, ma al ministro) e la delega alla Cultura ce l'ha Matteo Renzi. E Stefano Boeri è un renziano. E quindi? Quindi, il cortocircuito arriva fino ai vertici. Anche perché Bray, per lavarsene le mani, in una delle riunioni con il sindaco Pisapia, aveva chiesto il gradimento su Boeri, ottenendone un rifiuto sostanziale. Risultato? Nessuna decisione ed ente ormai "sfinito" dalle continue proroghe.
Ad aggiungere benzina sul fuoco c'è il progetto di Roberto Maroni, presidente di quella Regione che ha in capo la nomina di un altro membro del consiglio di amministrazione. Pare infatti che l'ex segretario leghista abbia deciso di "aprire" alla Camera di Commercio di Monza e Brianza. Il progetto è quello di portare tutta una serie di iniziative nella Villa Reale. Un progetto che ovviamente "priverebbe" Milano della sua centralità e contro il quale Palazzo Marino potrebbe ingaggiare una battaglia senza quartiere.
@FabioAMassa