(Adnkronos/Cinematografo.it) - Il Vittoriale, complesso eretto tra il 1921 e il 1938, a Gardone Riviera sulla sponda bresciana del lago di Garda, è senza dubbio un altro dei protagonisti del film. “Le case sono la geografia della propria anima- dice Castellitto-. E il Vittoriale lo è. Solo l’archeologia ci insegna qualcosa del futuro. Tutto al Vittoriale raffigura D’Annunzio: potenza, morte, decadenza, desiderio di vita. Il film non sarebbe venuto così bello senza la possibilità di girare in quel luogo”.Infine Castellitto conclude: “Non c’è stato nessun poeta così amato e adorato in vita, a 360 gradi, e non c’è mai stato un uomo così maledetto e odiato in morte. Questa storia ti conferma che era un genio. E penso che se c’è un poeta assimilabile a D’Annunzio quello sia proprio Pier Paolo Pasolini, che lo detestava. Entrambi sono stati poeti soldati. Entrambi, insieme a Curzio Malaparte, compongono una possibilità di rileggere l’intelletto italiano in un altro modo. Tre giorni fa è stata imbrattata a Trieste la statua di D’Annunzio. La cancel culture continua a colpire e questo vuol dire che stiamo messi male”.
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