(Adnkronos) - "Proprio nell'Italia negli anni '70, quell'Italia così riformista e aperta al nuovo, la violenza politica del terrorismo rosso e dello stragismo nero -ha proseguito il senatore del Pd- insanguinava le città, uccideva uomini delle Forze dell'Ordine, magistrati, politici e cittadini inermi, sino all'assassinio di Aldo Moro e della sua scorta". "Sempre in quegli anni, l'attentato a Berlinguer in Bulgaria e a Papa Wojtyla in Piazza San Pietro. Sembra che un filo politico leghi quei tre fatti tanto diversi. Ciascuno a suo modo, Aldo Moro, Enrico Berlinguer e Papa Wojtyla esprimevano un pensiero nuovo che andava a toccare equilibri consolidati, non solo in Italia, anzi soprattutto in quello che era allora l'Est del mondo. Uno di loro tre è stato assassinato dalle Brigate Rosse, mentre per gli altri due l'assassinio era voluto, ma casualmente non è riuscito". "In questo scenario, tra una politica italiana come sempre molto frammentata e una società in subbuglio, in un mondo in profonda trasformazione e in un contesto di grandi tragedie nazionali, Francesco Cossiga ha vissuto, ha fatto politica e ha governato la sicurezza nazionale. Se vogliamo essere intellettualmente onesti, è sulla base di questi fatti -ha concluso Zanda- che dobbiamo giudicare la sua politica e i suoi insegnamenti".
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