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Milano, 7 apr. (Adnkronos) - La procura di Milano riparte da un 'papa straniero' dopo la stagione dei veleni. La profezia temuta da molti, e che negli ultimi tempi ha sempre preso più piede, diventa realtà e dopo 50 anni a Palazzo di giustizia fa ingresso Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, che tra questi corridoi non ha un passato ma ha un lungo curriculum fatto non solo di lotta alla mafia negli anni in cui ha lavorato a Palermo e Trapani. Un uomo 'del fare', senza legami e legacci, che dovrà guidare una procura che nell'ultimo periodo si è distinta, spesso, per diatribe interne e per un livello di conflittualità mai raggiunto prima. Un clima da 'guerra fredda' che - stando a chi parla lungo i corridoi del quarto piano - è stato pagato dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, il quale ha raccolto sei voti e non ha potuto giocare fino in fondo le carte di una professionalità che i colleghi non mettono in discussione. "Romanelli ha subito colpe non sue e ha pagato una nomina che arriva nel momento sbagliato", spiega un magistrato. "Umanamente spiace tanto, ma a Milano si è voluto dare - a torto o a ragione - un segnale di discontinuità", aggiunge un'altra toga. "Aspettiamo di conoscere Viola, qui nessuno ha dei pregiudizi verso di lui anzi siamo impazienti di ripartire", fa sapere chi non vuole essere citato. Se c'è chi aveva creduto alla possibilità che Romanelli potesse battere la concorrenza, c'è anche chi parla di un "esito ampiamente previsto. Viola partiva dalla posizione di procuratore generale e la giurisprudenza più recente del Consiglio di Stato deponeva a suo favore. Nessuna sorpresa, lo attendiamo", sottolinea un altro togato che da anni lavora a Milano. In procura sono piaciute le prime parole del neo procuratore rivolte a uno degli uffici giudiziari italiani con più storia, tradizione e professionalità. L'idea di lavorare mettendoci "il massimo dell'impegno", ma anche di farlo "in silenzio" e contando "molto sulla collaborazione dei colleghi" con l'obiettivo di soddisfare interessi comuni e non personali vieni visto, "è il miglior biglietto da visita possibile che potesse offrire a Milano".





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