Roma, 8 apr. - (Adnkronos) - "Con le chiusure imposte dal Covid abbiamo perso una fetta di mercato, quella della ristorazione e dei consumi fuori casa, che per noi valeva circa il 30% del fatturato italiano, poco meno di 300 milioni, mentre al tempo stesso la Gdo ci ha chiesto prodotti a vita più lunga. Riconvertire le produzioni non è stato un processo banale, ma grazie alla disponibilità di tutti abbiamo potuto contenere il calo del fatturato, e riducendo i costi siamo stati più efficaci" con un fatturato consolidato 2020 a 1,28 miliardi di euro (-3% annuo) e un utile netto a 15,8 milioni. Lo sottolinea all'Adnkronos Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo e della holding controllante Granlatte, spiegando come, superato il difficile 2020 ("ma il 2021 è partito anche peggio" spiega) il maggior gruppo agro-alimentare del paese a capitale italiano sia pronto alla ripartenza "riconvertendosi ancora, ma facendo tesoro di quanto abbiamo imparato con la crisi". "Abbiamo una posizione finanziaria 'leggera' che è frutto di una gestione prudente" frutto del modello cooperativo: "Questo è un principio sano che magari ci ha precluso operazioni ardite, ma ci permette di offrire una remunerazione adeguata ai nostri soci". E nel dopo pandemia, aggiunge Calzolari, in Granarolo "stiamo valutando la possibilità di acquisizioni sul mercato nazionale e internazionale: abbiamo individuato aree di intervento, cerchiamo imprese sane, con una struttura patrimoniale adeguata, che ci aiutino a utilizzare meglio il nostro prodotto".
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