Roma, 12 apr. (Labitalia) - "Interdettiva antimafia non è stata mai concepita come intervento di natura sanzionatoria, ma come uno strumento di prevenzione. Serve ad aiutare l'impresa che ne viene colpita, magari in maniera inconsapevole". A dirlo Saverio Sticchi Damiani, avvocato e docente di Diritto amministrativo, (studio legale Sticchi Damiani) intervenendo al talk & masterclass ‘Mercato, regole e libera concorrenza, buone prassi per le imprese dei servizi industriali’, organizzato da Anir (Associazione nazionale imprese ristorazione collettiva della federazione Confindustria Servizi Hcfs)."Il provvedimento interdettivo - spiega - aveva come finalità l'erogazione di un intervento senza alcuna informazione preventiva, tuttavia l'impresa muore subito perché ci sono una serie di effetti a cascata come la possibile risoluzione di contratti di appalto, revoca dei prestiti, esclusione da gara"."Questo - sottolinea - ha portato alla morte di diverse imprese ecco perché il legislatore ha introdotto un intervento correttivo; cioè le imprese possono chiedere spontaneamente di nominare un controllore che ne verifica, per un massimo di 3 anni, l'attività e da subito si sospende l'interdittiva riuscendo a salvare contratti che già aveva stipulato. Sempre a garanzia dell'impresa le prefetture prima di adottare un provvedimento interdittivo devono coinvolgere l'impresa destinataria".
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