(Adnkronos) - Nel corso di dichiarazioni spontanee rese in aula Lombardo aveva detto: "Io non posso iscrivermi, con disappunto di Leonardo Sciascia, nel novero dei professionisti dell'antimafia, ma certamente non ho mai taciuto in sede politica e l'ho sempre dimostrato con atti concreti, con le leggi. La mia ostilità alla mafia non era fatta solo di chiacchiere". Smentendo poi i suoi rapporti con il mafioso Rosario Di Dio con un passato in politica: "Non ho mai avuto comune esperienza elettorale con Rosario Di Dio", aveva scandito. Ad accusare Lombardo ci sono alcuni collaboratori di giustizia., tra cui Dario Caruana. Questi aveva riferito di una riunione riservata, in cui si affrontavano argomenti di appalti ed affari, svoltosi nei primi sei mesi del 2003 in una casa di campagna alle porte di Barrafranca. L'incontro sarebbe avvenuto alla presenza del “vecchio boss” del calatino Ciccio La Rocca, il capomafia ennese Raffaele Bevilacqua e il colonnello di Cosa nostra catanese (ormai deceduto) Alfio Mirabile. Caruana avrebbe accompagnato quest’ultimo all’appuntamento, ma sarebbe rimasto fuori “a vigilare” l’ingresso. Dichiarazioni sempre smentite da Lombardo. Domani la nuova sentenza. (di Elvira Terranova)
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