Palermo, 18 feb. (Adnkronos) - Il boss Gaetano Scotto, dopo la latitanza "e la lunga detenzione si preoccupava non solo di assicurarsi fonti di reddito ma di rientrare in possesso dei beni affidati o intestati fiduciariamente a terzi che li avevano custoditi per lui, nonché di chiedere conto a costoro di come avevano amministrato il suo 'capitale' e di come avevano - o non avevano - lealmente utilizzato i proventi illeciti che continuavano a riscuotere in nome suo per sovvenire, secondo la legge mafiosa, il detenuto e la sua famiglia". Lo scrive nell'ordinanza il gip di Palermo nell'ambito dell'operazione della Dia che all'alba di oggi ha portato all'arresto di otto persone, tra cui il boss Gaetano Scotto. "Il primo episodio ricostruito sulla base delle intercettazioni telefoniche - dice il gip - riguarda una verosimile progettata intestazione fittizia di una unità immobiliare di proprietà di Maria Arculeo, intesa l'Avvocato (anche se non risulta iscritta al relativo albo di Palermo)".
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