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Roma, 14 ott. (Adnkronos/Labitalia) - Con 393 voti favorevoli e nessuno contrario, la Camera ha approvato all’unanimità le modifiche al Codice sulle pari opportunità per la riduzione del cosiddetto 'gender pay gap', le diseguaglianze di genere sulla retribuzione, e per favorire l’inserimento femminile nel mercato del lavoro. Il presidente di Manageritalia Mario Mantovani ha dichiarato: “Un primo traguardo raggiunto alla Camera verso la parità retributiva con il voto unanime al gender pay gap proposto dall’onorevole Chiara Gribaudo. Facciamo un appello a tutte le forze politiche affinché al Senato l’iter proceda speditamente e la parità retributiva tra lavoratrici e lavoratori sia presto una realtà nel nostro Paese. Una battaglia di civiltà, che deve trovare tutte le forze politiche unite. Bene, quindi, la proposta del Gruppo 5 stelle, firmata dagli altri gruppi parlamentari, di chiedere la sede deliberante”.La battaglia per il superamento delle differenze di trattamento economico tra generi in azienda, fin dall’inizio è stata portata avanti da Manageritalia, in particolare dal Gruppo Donne Manager, che ha indicato all’on. Alessandro Fusacchia e poi all’onorevole Chiara Gribaudo, relatrice del provvedimento, una delle proposte di legge e ne ha monitorato l’evoluzione del testo fino all’approvazione di ieri. Dopo l’approvazione unanime alla Camera, la proposta passerà in Senato dove la Presidente della commissione Lavoro Susy Matrisciano, che ha sempre sostenuto la proposta, richiederà alla presidente Casellati che la Commissione decida in sede deliberante. L’iter particolarmente spedito per diventare legge dello Stato avrebbe immediate ricadute positive sulla parificazione, così come auspicato anche dal Pnrr.Il gender pay gap in Italia pesa in media il 14% e arriva anche fino al 20% in meno sulla busta paga delle donne rispetto ai loro colleghi uomini. Un fenomeno tanto più grave se si pensa che oggi le donne in media entrano nel mondo del lavoro con livelli di istruzione più elevati e nel settore privato le donne dirigenti sono oggi solo il 18%. L’intervento legislativo è essenziale. La proposta sostenuta da Manageritalia prevede sanzioni per le aziende che si sottraggono e incentivi fiscali per quelle virtuose. Infatti, con la legge sulle “quote rosa” il numero delle donne nei Cda in azienda è cresciuto, facendo balzare l’Italia dal fondo della classifica al quarto posto in Europa.





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