(Adnkronos) - (Adnkronos) - In passato, è già accaduto. Dopo le dimissioni di Walter Veltroni, l'Assemblea scelse Dario Franceschini (allora vice segretario). Il copione venne replicato dopo l'addio di Pier Luigi Bersani, con Guglielmo Epifani incoronato dal Parlamento dem, e poi dopo quelle di Matteo Renzi, con Maurizio Martina (anche lui vice segretario) eletto segretario in Assemblea. Un accordo politico è, tra l'altro, un indispensabile requisito procedurale, visto che lo Statuto richiede la maggioranza qualificata per 'incoronare' un leader in Assemblea. A essere determinanti, quindi, sono i rapporti di forza interni all'organismo. Al momento della sua elezione, Zingaretti ha potuto contare su una maggioranza schiacciante, intorno al 66%. Il Parlamento dem è formato in proporzione al risultato ottenuto dal candidato segretario. Gli altri due sfidanti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti, si fermarono al 22% circa e al 12%. Quindi, su mille delegati circa 666 erano per Zingaretti, 220 per Martina e 120 per Giachetti. Ma il 'blocco' che ha sostenuto il segretario uscente nel tempo si è anche allargato. A costituire il corpo più grande della maggioranza sono i delegati di AreaDem, quella che fa capo a Dario Franceschini, al fianco di Zingaretti dal principio.
aiTV
Scontri a La Sapienza: lite furiosa tra Cecchi Paone e lo scrittore Christian Raimo
"Ponte? Non serve a nulla, prima le strade per la Siciliaâ€: Salvini contestato
in evidenza
La “Pietà †di Gaza
World Press Photo, ecco la foto vincitrice del 2024
in vetrina
Fuorisalone, la guida di Affari agli eventi della Milano Design Week 2024
Guarda gli altri Scatti