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Roma, 3 feb. (Adnkronos) - No alla discriminazione degli studenti senza green pass. Continua la battaglia del professore di filosofia del liceo scientifico statale Einstein di Milano, Saverio Mauro Tassi, che ieri, dopo le nuove misure del Consiglio dei ministri e la conferma del diverso trattamento dei ragazzi vaccinati rispetto ai non vaccinati, ha battezzato con Resistenza radicale il gruppo dei "Digiunatori" e dato il via a una "staffetta di sciopero della fame fino a ritiro delle misure". Il professor Tassi, che digiuna da già 10 giorni ed intende proseguire fino al termine della settimana, è il promotore della campagna di sciopero bianco, cioè di sospensione dell'ora di lezione nelle classi in cui al secondo contagio gli studenti non vaccinati vengono messi in dad. "Mi è già capitato due volte: in una terza ed in una quarta. I ragazzi hanno accolto con sorpresa la mia scelta, ma la mia lezione alternativa è stata interessante e ne sono stati molto coinvolti", racconta all'Adnkronos. Il prof, che posta i suoi interventi in classe su you tube, ha anche lanciato una raccolta firme su change.org contro la divisione fra allievi vax e no-vax e raccolto in poche settimane circa 2.500 firme per l'abolizione della norma. "Credo nella libertà di scelta, che è la più coerente al dettato costituzionale, in particolare per i minori. Ma di fronte a due mani, quella dei genitori e quella dello Stato, credo che il male peggiore per i ragazzi sia quello attuale, che viola il principio di uguaglianza nel godimento del sacrosanto diritto allo studio. Se il Governo imponesse l'obbligo per tutti - osserva il docente, sebbene a malincuore - sarebbe un male minore perché non lederebbe il principio di uguaglianza delle giovani generazioni".Non da ultimo, "con la dad si lede il diritto allo studio, che in didattica mista non è garantito vista la divisione fra studenti privilegiati e non privilegiati. I disagi dei docenti costretti in ddi a insegnamenti strabici tra monitor e presenza non contano - ricorda il professore di filosofia - Sono un piccolo difetto rispetto alla enorme sanguinante ferita della diseguaglianza educativa".





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