Addio minoranza Pd. Speranza: "Renzi argine al populismo". Video
di Fabio Massa
Non esiste più una "opposizione" a Renzi. Al massimo, qualche riottoso. Come Pippo Civati e qualcuno dei cuperliani più ortodossi. Riottosi sono i mondi vicini alla Cgil. Ma il resto si sta riposizionando. Testimone di questo movimento che non è carsico, ma scoperto, alla luce del sole, è la risposta di Roberto Speranza, capogruppo del Partito Democratico alla Camera a una domanda di Affaritaliani.it nell'ambito di un convegno organizzato proprio dalla minoranza a Milano.
"Il voto di tanti iscritti ci ha detto di giocarci l'opportunità con la persona che appare più forte e idonea a costruire un consenso largo. E io continuo a pensare, pur avendo sostenuto convintamente Gianni Cuperlo, che ritengo persona straordinaria, che oggi se la sfida è quella tra politica e antipolitica, avere Renzi alla guida del nostro campo ci aiuta perché il suo tratto di rottura, di discontinuità, il suo tratto eterodosso, che fa anche riflettere non sempre in positivo, comunque alza l'argine rispetto a un fiume di populismo che rischia di travolgerci - ha detto Roberto Speranza - Detto questo è chiaro che noi dobbiamo provare a tenere e ad organizzare un mondo che abbiamo rappresentato: la storia della sinistra riformista. E' un obiettivo che non dobbiamo giocare nelle polemiche quotidiane dei giornali. Io non mi sento bene con la parola minoranza, perché nella mia cultura politica ho sempre provato a fare egemonia, a costruire il centro dei processi politici. Io vorrei che si costruisse una nuova fase che supera il congresso, in cui le nostre idee possano stare in una dimensione nuova, che accoglie la sfida di Renzi ma che non smarrisce la nostra identità. Un processo di questo tipo non si può costruire in dinamiche strette. Non possiamo avere un protagonista o un nome stretto: Gianni è stato un nostro candidato, è un protagonista essenziale ma l'obiettivo che tutti quanti abbiamo è dire che il congresso è finito e che adesso bisogna scongelare le cose. Questo è un tema che noi dobbiamo provare a giocare. Dentro una dialettica, perché una dialettica c'è ed è giusto che sia così, dobbiamo ragionare di lealtà ed autonomia. La sfida di Renzi di scardinare questo Paese e fare le riforme è la nostra sfida. Io voglio dare una mano con l'autonomia di una storia lunga e profonda. Io non penso che la parola Sinistra sia una parola del passato, ma del futuro. Stiamo parlando di diritti, di uguaglianza. Abbiamo avuto troppo a parlare di piccole correnti e piccole leadership: non ci interessa più. Dobbiamo riaffermare il primato della politica in un momento nel quale tutti dicono che la politica fa schifo".
@FabioAMassa